Web-zine di musica, cultura, arte e tutto l'universo oscuro

 

 

newsletter
 

CORPOPARASSITA

intervista di Oflorenz

Salute ragazzi, e benvenuti sulle pagine oscure di RS
Ciao Stefano, grazie per averci dato l'opportunità di quest'intervista su una webzine che seguiamo fin dagli albori, quando si poteva ancora sfogliare e... stropicciare.

Ricordo che venni a contatto per la prima volta con CP in occasione del mitico Festivalbara di Alessandria, sono passati un bel po' di annetti! Come ricordate lo spirito di quell'evento?
G. Noi fummo parte fondamentale dell'organizzazione del primo Festivalbara, io mi occupai più della parte della comunicazione. Nel secondo anche, ma un po' più in secondo piano. In quel periodo c'erano un bel po' di progetti underground vicini a noi, nell'ambito noise, sperimentale, industriale, venne fuori l'idea di fare un festival invitando quelli che a noi piacevano di più. Cosa importante: c'era questa sorta di centro sociale/locale chiamato Uappa, che in generale faceva concerti completamente diversi, ma era figo e i tipi che lo gestivano erano molto disponibili. Purtroppo hanno chiuso e non essendoci altri posti del genere è finito tutto, comunque Diego fu molto più dentro la cosa di me...

D. Festivalbara nacque per necessità. Sentivamo il bisogno di creare un evento che riunisse in un'unica serata gruppi che stimavamo e la cui attitudine era simile alla nostra. Tutto prese forma in maniera quasi spontanea. I gruppi accettarono e collaborarono a loro volta. Ci fu un lavoro sinergico che portò ad un grande risultato e la gente rispose positivamente. Credo che Festivalbara, per come fu concepito, resterà un evento unico, non solo per meriti nostri, ma per la grande eco che ebbe e per il supporto attivo dei gruppi stessi. Sembrava che ognuno aspettasse il momento giusto per organizzare qualcosa insieme. Mi spiace che con alcuni, tipo NG, si siano persi i contatti, ma questa è la vita. Ricordo ancora con piacere la recensione del concerto che tu feci...

Correggetemi se sbaglio: CP nascono praticamente con il Festivalbara, siamo a cavallo tra 2004 e 2005, e da allora in avanti rileviamo una fitta produzione di nastri, cdr e cd con le piu svariate label: Frohike, Tourette, Deserted Factory e Finalmuzik solo per citarne alcune. Quali sono i "must" per chi si avvicinasse oggi al progetto, e qual é l'attuale reperibilità delle vostre uscite?
Corpoparassita nasce ufficialmente nel 2002, anche se esistevamo già nel 2001 come Haselwurm. I pezzi erano molto diversi, grezzissimi per nulla ambient, molto noise industrial. Avevamo stampato pochissime copie in cdr, visto che il masterizzatore si ruppe quasi subito. Erano pezzi fatti con una tastiera SK-8 Casio, un microfono ed effetti per chitarra: davvero marci. Se volete ascoltarli li trovate sulla nostra pagina di Facebook. Successivamente nascono i Corpoparassita. Un progetto più strutturato che necessariamente cambiando forma cambia anche nome. Una scelta dovuta, ma fatta per noi stessi. Quasi un riempitivo nei freddi giorni d'inverno. Si trattava di un incrocio casuale di drones e musica concreta. Il primo che ci ha contatto fu Marco Corbelli aka Atrax Morgue, il quale prese in distribuzione tutte le nostre prime produzioni e, dopo poche settimane, ci spedì i soldi della vendita in una busta. Ci stupì la sua professionalità e i complimenti. Avevamo in ballo una uscita per la sua etichetta, ma tutto franò con il tragico evento. Il primo lavoro “serio” è stato Zona Mutilazioni del 2004. In quel cdr si è creato il nostro suono e la nostra immagine caratterizzata soprattutto dai titoli e dalla ricerca di una grafica che cercava di scostarsi dal contesto. La prima stampa fu come sempre realizzata da noi con copertina serigrafata su stoffa ispirata a “Sterminatore” di W.S. Burroughs. Successivamente è stato ristampato due volte sempre in tirature limitate da Assassin Monk in America e poi da Cold Current in Italia. In queste due riedizioni sono presenti pezzi inediti. Tra i lavori che più ci rappresentano “Inesorabile” e “Il trapasso nei voti battesimali” sono i nostri preferiti, quelli meglio riusciti e legati a momenti particolari della nostra vita. Per quanto riguarda la reperibilità, le poche copie che ci danno finiscono subito. Di solito ce ne arrivano 5 o 10 e in meno di una settimana finiscono.

Il formato su nastro, o magari su vinile, sono dei veri feticci per gli appassionati della grey area. Vorrei ricordare le vostre due tapes 'Eterno dal volto di vipera' e 'Cultura del postumo e dell'inanimato', senza tralasciare lo specialissimo package dello split con Diskynesia. Possiamo attenderci anche per il futuro uscite 'vintage' di questo tipo?
C'è da dire che, purtroppo, non abbiamo ancora realizzato un vinile! Questo resta il nostro sogno. Qualche tempo fa avevamo pensato di ristampare Zona Mutilazioni in vinile con packaging particolare, ma a causa della nostra “alessandrinità” (pigrizia e senso di fallimento perenne) e della crisi non siamo ancora riusciti a trovare l'etichetta né le condizioni per farlo. Per quanto riguarda le cassette sono sicuramente il formato che amiamo. Ancora più adatto a questo tipo di suoni, legato ad un'epoca in cui il cd era ancora fantascienza. Molti hanno ideato, registrato, prodotto e realizzato uscite ufficiali tra casa e copisteria. Basti pensare a Mathausen Orchestra o Maurizio Bianchi, hanno un fascino eccezionale che ti rimanda subito a tutto quello che c'è dietro. Per il futuro usciremo su Buh Records, un'etichetta peruviana, su tape e cdr. Un lavoro cui siamo particolarmente legati, primo perchè porta un titolo scelto da Maurizio Bianchi e secondo perchè è stato completato pochi giorni prima della morte di Pierpaolo Zoppo. Per questo abbiamo pensato ad una “grafica unica”, in pratica Guido ha realizzato una sua opera in un formato grande quanto le copertine che verranno stampate. Una volta tagliate chi comprerà il lavoro avrà solo una parte del tutto, che potrà essere completata con l'acquisto di tutte le altre. Non è una mossa commerciale, ma un lavoro che Guido ha chiamato “soggetto decumulativo”. Un omaggio all'unicità di due persone che per noi e per tutti quelli che gravitano in questo giro hanno e continueranno a rappresentare un punto di riferimento.

CP oggi é fondamentalmente un trio: Diego, Guido e Mehmet. Si tratta di un collettivo mutante e modulare oppure si é oramai assestata come formazione stabile?
Corpoparassita si è formato come duo, ma siamo sempre stati aperti alle collaborazioni. Pochi sanno che in alcuni dei nostri dischi sono presenti registrazioni realizzate da Cecco Cropcircle, per esempio. In alcuni live abbiamo avuto anche Alessandro alle percussioni, un nostro caro amico. Al momento siamo un trio e credo sia la formazione più stabile che abbiamo mai avuto.

M. Io sono entrato nei Corpoparassita da qualche anno come membro live, le registrazioni in studio continuano ad essere di competenza del Diego e Bisa. All'interno del progetto credo di aver portato una certa dose di psichedelia e melodia che prima rimanevano un po' in ombra. Il mio progetto Sala delle Colonne rimane completamente fuori più che altro per le diverse ispirazioni che guidano i due gruppi, un fanciullesco horror per Corpoparassita, la guerra e la storia del 900 per Sala di cui un nuovo lavoro sarà presto edito dalla Old Europe Cafè.

Guido, tu hai un progetto personale che si muove bene o male nella medesima area di riferimento del vostro progetto madre, Larva108. Ho ascoltato il bellissimo cd uscito un paio di anni fa' su Greytone, davvero eccezionale. Raccontaci qualcosa su questa tua avventura
Grazie mille per i complimenti! Quel disco è una specie di “best of” di pezzi che ho realizzato tra il '99 e il 2009. Rispetto a Corpoparassita, Larva 108, è molto più legato a me quindi c'è meno uniformità nei pezzi. Vado dal drones estremo, all'elettronica ambient. E' un progetto ancora più underground. Il più delle volte si tratta di pezzi che ho fatto solo per me, per andare a camminare nei boschi, per viaggiare in treno o per dormire, ad esempio. Il lato trascendentale e psicedelico è sempre molto presente, mi serve per fuggire dalla realtà. Quasi tutte le uscite sono state curate da me, perchè tengo molto anche all'aspetto non musicale. Dato che non girano molto, sono quasi tutte disponibili in rete. Musica a parte, ogni cosa che faccio con Larva 108 è legata ad un concept che deriva dai miei interessi principali come la neve, i boschi, le montagne, gli animali, le culture pre romane e precristiane e la stregoneria in Piemonte.

Mehmet, anche tu hai ed hai avuto tuoi progetti specifici, non é passato troppo tempo dalla parabola Mekhate, mentre piú che mai viva e vegeta é Sala delle Colonne, con la sua recente uscita per la prestigiosa Cold Meat Industry. Potremmo dire il tuo personale lato sinfonico-marziale che completa quello altamente sperimentale espresso in CP ?
Diciamo che con Corpoparassita pareggio l'assenza di rumore assente o appena accennata in Sala delle Colonne. E' un progetto più diretto nel quale mi sento libero di “esagerare” pur mantenendo quel lato psichedelico che ho voluto aggiungere. Corpoparassita è defatigante, libero dai rigidi schemi che mi impongo quando creo con Sala delle Colonne, ma al tempo stesso rigoroso nella sua ricerca di alternanze noise e parti minimal.

Quali sono i vostri tre ruoli in CP, sempre che in un ambito di avanguardia e sperimentazione simile si possano in qualche modo delineare?
G. Per quanto mi riguarda a livello studio/composizione mi occupo del lato prettamente musicale, cercare software, di solito usiamo solo programmi freeware, considerati non professionali dai più, proprio per cercare un suono più grezzo. Mi piace unirli e sperimentarli, processare i campionamenti. Oltre alla ricerca di questi programmi, mi diverto a costruire strumenti musicali. A livello live, invece, uso solamente strumentazione analogica.

D. Io mi occupo ti tenere i contatti e recuperare materiali sonori che vengono poi plasmati e lavorati coi programmi che recupera Guido. Utilizzo rumori ambientali o sequenze musicali campionate da altri. La ricerca delle basi è il momento più critico, a volte ci impiego anche dei mesi. Ho ben chiaro quello che deve essere il risultato finale e una volta “accumulati” i suoni, il pezzo nasce quasi spontaneamente. Successivamente si decide il titolo. Spesso adottiamo il metodo del cut up, prendendo parole che non hanno nessun nesso per poi crearne uno in seguito. Altre volte, invece, partiamo da un concept iniziale e assegniamo via via i titoli. Quest'ultimo è un processo più facile poiché ci sono dei paletti che ci inducono a pensare in modo ordinato.

M. Io, come dicevo prima, presenzio solo alle prove e ai concerti aggiungendo parti che non sono previste nelle registrazioni. In pratica le versioni live sono altro rispetto a quello che normalmente potete ascoltare sulle uscite Corpoparassita. L'unicità del live è quello che più mi piace e ci piace. Irripetibile e singolare, come la vita stessa.

Il mondo di CP é influenzato da una certa cinematografia retró ed un po' sinistra, potremmo dire anche malata talvolta. Svelateci qualcosa di interessante...
Tutto quello che fa parte di Corpoparassita, dalla musica all'immagine ha una componente che deriva principalmente dai nostri gusti personali anche se esiste una rilevante parte “dadaista”. Non abbiamo mai voluto prenderci troppo sul serio. Vivere e vestire i panni di personaggi che riflettono il mood della nostra musica al di là di quello che può essere il concerto o la realizzazione di un lavoro non ci sembra una cosa “sincera”. Esistono parti diverse in noi: quella con cui operiamo come Corpoparassita, quella legata alla vita quotidiana e... quella legata al fine settimana, fatta di stadio e alcol :) Non siamo Corpoparassita a 360 gradi. Su questo ci siamo trovati subito d'accordo. Tanto da conferire ai nostri art work un'immagine sinistra, aperta a diverse interpretazioni piuttosto che rifarsi ad una più classica grafica horror o gore. Ci interessava il lato più inquietante come quello che si trova in alcune fiabe per bambini per esempio o in alcuni angoli di periferia. Abbiamo una grande collezione di libri di stregoneria e folklore rurale locale. Basti pensare alla copertina di “Ilbelgioco” (questa parola era usata da streghe e stregoni per indicare il Sabba) o a quello di “Bambinocheride”. Entrambe le immagini vengono da libri che hanno turbato la nostra infanzia. In questo caso vorremmo ricordare un curioso episodio: la copertina di “Corpo sbagliato – Era sbagliata” doveva avere una grafica diversa rispetto a quella con cui è uscito. Doveva essere un'incisione di Gustave Dorè in cui un orco era intento a uccidere dei bambini nel sonno. Il tipo dell'etichetta (Tosom Records) era da poco diventato padre e rimase così turbato da chiederci di cambiarla! Evidentemente eravamo riusciti ad essere più inquietanti di chi usa foto di stragi e autopsie varie.

Il supporto video è un elemento che durante i live alza il livello d'inquietudine che i pezzi hanno già di per sé. Le immagini vengo estrapolate da film di vario genere, dall'horror classico ai corti di Svankmajer, passando per le pellicole di Gaspar Noé o Gerald Kargl piuttosto che Thierry Zeno. Insomma tutto ciò ci dà forti emozioni viene preso e utilizzato.

Ho trovato da poco una gradita sorpresa: una sezione a voi dedicata su uno dei volumi editi dalla polacca Impulsy Stetoskopu a proposito della storia della musica industriale mondiale. Sapevate di essere citati in questa pubblicazione?
G. Io l'ho saputo da Diego, ma purtroppo non ho ancora avuto modo di vedere il volume di persona! E' comunque un grande onore.

D. Io sono ne venuto a conoscenza grazie a te, Stefano. Ci fa piacere essere stati inclusi in questo volume, segno che i nostri lavori, in qualche modo sono considerati. Ho già richiesto un paio di copie, spero arrivino presto...

Esibizioni live piu recenti: beh, qui mi sento un po' parte in causa per cosi dire :-)! Avete suonato da poco presso lo storico W Dabliu Records di Alessandria accompagnando, insieme a Cropcircle, una mia esibizione fotografica. Vi é piaciuta questa dimensione di 'installazione multimediale'? L'avete trovata congeniale alla vostra musica?
Certo! Come prima cosa vogliamo ringraziarti per avere creato l'evento nella nostra città e il nostro guru Roberto Mocca, da sempre sostenitore delle masse silenti. Un vecchio punx che ha perso la cresta, ma non l'attitudine! E' stato molto interessante prendere parte ad un'iniziativa che non fosse soltanto musicale, tra l'altro è la prima volta che ci capita. Il contesto, la gente intervenuta e il clima “famigliare” ha dato al tutto un sapore speciale.