Arriva finalmente il secondo album per questo
terzetto torinese che ha debuttato nel
2020
con l’omonimo album “Tejas Astras”. La
proposta del duo Denny Deimos e Frank Sirius, a
cui si č aggiunto da poco il bassista e batterista
Gustav Sulfur, musicista molto preparato e di
esperienza decennale, si muove a cavallo tra
occult/prog rock, electro-synth e new wave/post
punk, affrontando tematiche piuttosto inusuali ma
straordinariamente interessanti, ossia
l’innegabile legame esistente tra archeologia,
storia antica, ufologia e contattismo, e
soprattutto il grande mistero dell’origine
dell’uomo. I tre, supportati da Cristiano
Santini (Disciplinatha, Dish Is Nein) in fase di
mix e mastering come gią per il debutto, combinano
le loro variegate influenze come elementi
alchemici di cui riprendono i simboli, Sirius
“fuoco”, Sulfur “solfo” e Deimos “ferro e fuoco”
(o almeno questo č quello che i miei parziali
studi in materia mi dicono), nella eterna ricerca
trascendentale della pietra filosofale che, in
questo caso sarą il significato stesso della
nostra esistenza. Otto tracce cantate in
italiano che attingono a piene mani dai migliori
Litfiba, mescolandoli sapientemente col rock anni
’70: il suono č ben bilanciato, scarno, dal sapore
profondamente eighties nella sua essenzialitą.
Arpeggi di chitarra duettano con una batteria che
detta i tempi e le tastiere che danno un tono di
oscuritą, che riporta all’horror metal dei Death
SS. Č un album inusuale, dalle coordinate
stilistiche inesplorate, di grande personalitą ed
originale sotto tutti i punti di vista, una
boccata d’aria fresca nel panorama italiano, con
radici saldamente ancorate a quanto di bello ha
fatto vedere questo paese negli ultimi anni.
Link:
https://www.facebook.com/TejasAstrasband
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