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Biografilm Festival 
Bologna, 7/17 giugno 2013

 

by Gabrydark
foto  by Giancarlo Donatini

 

Si è concluso con un'appendice di qualche giorno dedicata alla proiezione di alcuni film che hanno riscosso un grande successo, il  Festival di quest'anno, che ha visto una partecipazione elevata di spettatori soprattutto grazie all'ottima qualità delle opere proposte da Andrea  Romeo, direttore artistico dell'evento. Il motto di questa nona edizione era Look forward- Guarda avanti, come dice Romeo “ un imperativo per una generazione ed  un paese che sperano di vedere la fine di una crisi, che  ha profondamente minato tutte le certezze”. 

Diviso in diverse sezioni dedicate a varie tematiche, Biografilm Italia, Contemporary lives, Activism, The camera and the eyes, dedicato al direttore  della fotografia e Presidente della giuria Ed Lachman, il concorso internazionale è stato vinto da Act of killing, di Joshua Oppenheimer, che racconta la storia di un colpo di stato avvenuto nel 1965 in Indonesia, sfociato in un genocidio. Più di un milione di persone aderenti al partito Comunista fu trucidato e gli assassini di allora sono oggi anziani signori benestanti , che ripropongono attraverso il cinema le loro criminali azioni, recitando spesso il ruolo delle vittime. Un'opera drammatica e cruda quella di Oppenheimer, che vuol essere un atto di riflessione sulle implicazioni morali dell'omicidio di Stato e su una giustizia quanto meno falsata.

Ma la vera stella, a mio parere,  è stato un film bellissimo commovente sulla storia di un musicista, Sixto Rodriguez, Searching for Sugar man, che ha vinto l'Oscar, nella sezione documentari e che ha richiamato ad ogni proiezione un numero notevole di spettatori, tanto che avendolo inseguito per tutto il periodo del  Festival, senza successo, sono riuscita a vederlo nell'ultimo spettacolo ormai oltre la data di fine Festival.
Un personaggio onesto, vero poetico quello del cantautore di origine messicana, che vive tuttora in maniera semplice a Detroit, dove, pur avendo composto due album, prodotti negli anni '70 da uno dei più importanti discografici americani, è uno sconosciuto, mentre la sua musica si diffondeva con grande successo nel Sudafrica ribelle all'apartheid , tanto da diventare l'inno di ogni manifestazione .  Solo ora Rodriguez , le cui canzoni sono delle vere e proprie poesie, è venuto a conoscenza di essere una celebrità in quel paese, grazie alle ricerche compiute per trovarlo da un suo fan, soprannominato Sugar man, che è anche il titolo della canzone, sigla di apertura  di  questo Biografilm  e che, confesso, mi è talmente piaciuta che ogni giorno ormai l'ascolto o la canto. Mi ha emozionato ed allargato il cuore anche la storia di quest'uomo che ha sempre lavorato duramente  come operaio  per la propria famiglia, intelligente tanto da laurearsi in filosofia, colto tanto da accompagnare le sue bambine, oggi adulte, a vedere musei, opere teatrali, rimanendo però sempre legato ad uno stile di vita senza lussi, rispettoso dei lavoratori suoi colleghi, che non potevano credere al suo successo all'estero ed elargendo i guadagni d oggi i ad amici e familiari.
Accanto a questo film, bellissimi anche i  lungometraggi dedicati all'illustratore e caricaturista inglese Ralph Steadman, For no good reason, e Travelling in(to) Fluxus. Nel primo Johnny Depp intervista l'amico Steadman, mettendone in luce  la  vita spericolata e la  mente geniale , che lo portò a collaborare  con lo scrittore H. Tompson  (conosciuto anche come giornalista dal nome bizzarro, Gonzo)  disegnando le vignette di Paura e disgusto a Las Vegas, romanzo caustico e feroce sulla società americana. Il secondo film  racconta di artisti e della loro arte in divenire: eredi del Dadaismo, questi artisti  negli anni '70 hanno fatto un 'arte-non arte tra casa e studio, diffondendo un concetto assai ampio di arte performativa in tutto il mondo. 
Altro film interessante fuori concorso è quello dedicato all'arte fotografica di Gregory Crewdson, un artista alla ricerca della perfezione, che costruisce scenari per le sue foto, come fossero set cinematografici, curati in ogni dettaglio, densi di atmosfere alla Hopper o alla David Lynch, ai quali s'ispira.
Ancora dal punto di vista della musica voglio ricordare agli appassionati del Rock demenziale degli Skiantos, due pellicole: Biografreak , dedicato a Freak Antoni , storia di una personalità complessa  e di una generazione , quella della Bologna rock 1979 e lettrice  dei fumetti di Andrea Pazienza; sfociò questa energia ,capace di smuovere l'immobilismo della cultura musicale, nella realizzazione di un 33 giri registrato  Tutto in una notte, documentario di questa sfida ai limiti della realtà.

Un premio da parte del Guerrilla Staff lo ha avuto il film in anteprima italiana di  Mike Lerner e  Maxim Pozdorovkin, Pussy Riot – A punk prayer,  documentario che ripercorre gli scandali  le performance, il carcere del gruppo interprete con rabbia e passione di un brano punk contro Putin nella chiesa più importante di Mosca. Per chi volesse vederlo le proiezioni continueranno al MamBo, museo di Arte contemporanea di Bologna, fino al 15 luglio.
Vi sono poi stati parecchi eventi con la partecipazione di personaggi famosi  e di registi dei film: ne cito uno per tutti , perchè ritengo sia importante rendere omaggio ad uno dei cineasti italiani fra i più impegnati seriamente nel campo ideologico e politico , Giuliano Montaldo .
A lui è stato consegnato il premio Lancia Celebration of lives  Award, in occasione della presentazione del film Giuliano Montaldo – Quattro volte vent' anni. Vorrei citare  un titolo per tutte le sue straordinarie pellicole, L'Agnese va a morire, struggente storia di una partigiana e delle lotte della Resistenza in Italia.

Montaldo, oltre ad essere un ottimo regista, si è mostrato  al pubblico come un uomo gentile, disponibile, ironico , dotato  ancora dell'energia e dell'entusiasmo di un giovane.
Altra partecipazione straordinaria quella di Vincent Paterson in occasione della proiezione del film a lui dedicato The man behind the trone. Chi non ricorda Smooth criminal di Michael Jackson? Ebbene il coreografo fu proprio lui, Paterson. Dancer in the dark  di LarsVon Trier con Bjork, non avrebbe avuto la Palma d'oro a Cannes senza la sua coreografia. Senza di lui, senza l'uomo dietro al trono, quanti re della musica sarebbero stati tali? Lui che nell'incontro con il pubblico si è commosso a ricordare i personaggi con i quali ha lavorato, ha di nuovo espresso la sua gratitudine al compianto Jackson, il primo che credette nel suo modo di ballare.

Ho visto molti altri film, tutti interessanti,  tutti più o meno coinvolgenti, e ho seguito gli eventi che si svolgevano a latere, rendendomi conto tuttavia di essere riuscita a partecipare soltanto ad una minima parte degli spettacoli di un programma ricchissimo di appuntamenti.

A questo punto auspico di  vedere in qualche sala cinematografica alcuni dei film che non ho visto in questo periodo, ma so già che il mio rimarrà un pio desiderio, data la distribuzione  in Italia; perciò non mi resta che aspettare il prossimo Biografilm per rivivere il clima di attesa e piacere che solo un Festival sa dare.