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Intervista by Gabrydark

Nel dicembre 2009, grazie alla label Statunitense A different drum, esce Rise from grey, album di esordio di una giovane ed interessante band milanese, i Blume.
I Blume nascono nel 2008, e sono Enrico Filisetti male singer, Ivan Savino drums e programming e Daniele De Fabritiis, guitars.
Il loro sound risente dell'influenza della New Wave, e dell’elettronica alternativa odierna, e confluisce in un personale e moderno Synthpop. La band si caratterizza per le atmosfere malinconiche e per le liriche raffinate, colte profondamente ispirate al Decadentismo e al Romanticismo Europeo.
I temi trattati sono: il sentimento di solitudine e di alienazione, l'esaltazione estetica dell'arte, la decadenza dell'occidente e la fuga romantica dalla realtà.

Un album perciò piacevole da ascoltare , ma che nello stesso tempo offre materia di riflessione. Chiediamo appunto ai componenti della band delucidazioni sui concetti espressi nelle loro tracce.

Sto ascoltando il vostro album “Rise From Grey”: è molto bello, piacevolmente melodico, con inserimenti soft di synth e una vena malinconica, che pervade ogni traccia.
Dal grigio al bianco della luce o al nero della notte? Quali aspetti della vostra musica vi hanno portato alla scelta di questo titolo?
(ENRICO) Dal grigiore di un’esistenza inautentica, alla riappropriazione di un agire dotato di senso. Questo è il punto. Rise From Grey sottolinea con forza questo tipo di emergenza, cercando di porre l’individuo di fronte a questioni insidiose tipo: “Vuoi scegliere o lasciare che altri scelgano per te?; vuoi vivere o semplicemente sopravvivere?”
L’emersione da una condizione di minorità (dal grigiore) non è però esente da rischi. Uno tra i tanti potrebbe essere la solitudine, spesso citata nei testi: “To the forest i came back, but at what price, brother wolf?”

Ho parlato di malinconia: siete d’accordo su questa sensazione suscitata dal vostro sound? Se sì che cos’è per voi la malinconia: un aspetto inscindibile dal vivere quotidiano? E da che cosa nasce?
(IVAN) Concordo, c'è un’innegabile malinconia di fondo, e forse il sound riflette proprio il nostro stato d'animo. La malinconia caratterizza la mia esistenza, è lo stato d'animo prevalente, quello più intenso. Ci sono momenti in cui magari si ripiega in se stessi, e l'espressione artistica ne trova giovamento, con la massima profondità. Ho sempre cercato di trovare un'accezione positiva alla malinconia, è' un sentimento nobile, che mi porto dietro dall'infanzia, e che nell'arte trova il suo sbocco naturale. E' qualcosa di potente, che forse nasce dal sentimento d'amore, o dalla sua mancanza, e da un'inspiegabile sensazione di inappagamento, la nostalgia di un infinito irraggiungibile.

Walking in the darkness: quali emozioni nascono nella notte?
(DANIELE) Credo personalmente che questo brano sia tra i più caratteristici dell'album, di forte impatto sonoro, dove la voce di Enrico è così avvolgente che ci si ritrova davvero conquistati. Mi da la sensazione di essere totalmente alienato dalla società, di trovarsi continuamente a combattere per qualcosa difficilmente raggiungibile che caratterizza un valore importante nella vita di ognuno di noi. L'uomo che cammina "come un angelo senza ali" può essere una metafora che rappresenta una sorta di finta libertà di pensiero, regole e regimi che l'uomo non accetta, tutto intorno a sé è freddo e inespressivo, il proprio pensiero risulta avere un valore inestimabile, quindi per questo ci si chiude in se stessi seguendo un proprio percorso.

I testi delle vostre tracce sono molto curati: ho letto che vi siete ispirati per il pezzo Der Einzige al pensiero di un filosofo. Potete spiegare come mai vi siete ispirati ad esso e quale importanza ha la cultura nordica, non solo musicale, per voi?
(ENRICO) Max Stirner, sì. Il primo, vero, “maestro del sospetto” dopo Feuerbach. Non è, in realtà, un filosofo molto conosciuto, ma la sua opera L’Unico e la sua proprietà ha reso fertile il terreno dal quale sarebbero poi germogliati i pensieri di vari autori (tra i tanti, quello di Nietzsche, Heidegger, Fabrizio De Andrè). L’Unico è corrosivo, martellante, sfiancante: obbliga chi lo legge a vedere prese a calci molte delle certezze alle quali era abituato. Un viaggio dal nulla, verso il nulla… Forse è proprio per questo che ha catturato la nostra attenzione.
Non sono, ovviamente, solo interessato alla cultura nordica. Tra i miei autori preferiti vi sono anche Marquez, Pessoa, Allende, Rushdie…

Avete inserito anche due pezzi solamente strumentali: musica pura. Che cosa vi ha portato a questa scelta?
(IVAN) I due brani strumentali sono posti in apertura e in chiusura dell'album. Ovviamente non è una scelta casuale. L'intro dell'album "Fallen Horizon" è piuttosto tetra e glaciale, intesa a rappresentare un crollo dell'orizzonte, necessario per affrontare il cammino, che riporta alla luce. La caduta delle certezze, la distruzione nichilista della morale comune, e in generale lo scontro-incontro tra l'individualità e la società, come si diceva pocanzi, sono temi poi approfonditi in alcuni testi nel corso dell'album. Il disco si conclude con "Bright Light", quindi metaforicamente con un ritorno alla luce, eterna ed infinita. Un percorso che può essere accostato, a quello dell'oltreuomo di Nietzsche.

Se doveste consigliare una playlist a chi vi ascolta e che per voi è stata significativa, cosa proporreste?
(BLUME) Ascoltiamo molta musica, non necessariamente vicina a ciò che artisticamente proponiamo. Consigliamo di ascoltare dalla musica Classica, fino alla sperimentazione d'avanguardia dei primi anni ‘80. Se invece, dobbiamo indicare nello specifico le band di "genere" per noi più significative, citiamo: The Cure, Depeche Mode, Ultravox, The Sisters Of Mercy, Clan Of Xymox, e i più "relativamente" recenti Diary Of Dreams, Covenant, VNV Nation e Apoptygma Berzerk.

La musica per voi deve essere elitaria o popolare ? e quali sono gli aspetti positivi e negativi dell’una o dell’altra scelta?
(BLUME) Ti rispondiamo citando Oscar Wilde: "L'arte non deve mai tentare di farsi popolare. Il pubblico deve cercare di diventare artistico."

Ritenete che ci siano delle difficoltà nell’Italia di S. Remo a fare proposte un po’ diverse? E se sì da che cosa dipende? Voi ad esempio vi siete rivolti ad un’etichetta straniera per il vostro album.
(IVAN) Confidiamo nella meritocrazia, ma questo paese è in perfetta antitesi a questo concetto. Ogni scelta, ogni decisione, viene presa seguendo altri parametri, che noi fortemente detestiamo. Se aggiungiamo poi le difficoltà nel proporre generi e stili non convenzionali, posso tranquillamente affermare che non abbiamo mai creduto, nemmeno per un secondo, che qualche addetto ai lavori, potesse prendere in considerazione la nostra proposta artistica. La speranza era rivolta tutta all'estero, dove evidentemente il "solo" merito è ancora premiato. Anche con indubbia fortuna, siamo stati direttamente scovati e successivamente scritturati dalla nostra attuale Label, la Statunitense, A Different Drum.

Sogni e speranze per il futuro …
(DANIELE) Sicuramente, visto l'esito positivo delle vendite di Rise From Grey credo che per il momento sia più opportuno concentrarsi sulla realizzazione del secondo album con la speranza che possa avere ancora più promozione e distribuzione, mentre dal punto di vista dei Live ci piacerebbe poter partecipare a qualche festival all'estero, in modo da farci conoscere meglio, in paesi dove è più apprezzato il nostro genere musicale.

Un grazie per la vostra disponibilità
(BLUME) Grazie a te, Gabriella.

Sito web: www.myspace.com/blumeofficial

BLUME
"Rise from grey"
CD (A different drame)


Rise of grey è l ' album di esordio di una giovane band milanese , i Blume, formatasi nel 2008 e di cui sentiremo ancora parlare in futuro . L'Album pubblicato dalla label statunitense "A different drame", distribuito in Italia da Audioglobe, appare già maturo sotto ogni aspetto , sia della musica , sia delle parole . Bella ed emblematica anche la grafica della copertina. Le 10 tracce contenute nel cd sono tutte da ascoltare per il sound piacevole, ottenuto dalla fusione di ritmi New wave e Sinth pop in proporzioni perfette ed armoniche, che si stemperano in una melodia malinconica , di gusto decadente ed oscuro, raffinato esteticamente, che a tratti ricorda gli Ultravox. Le tematiche s'ispirano all'arte, alla filosofia, all 'estraneità nei confronti dell' età contemporanea , alienante e disumana, e compongono un affresco complesso ed articolato della vita, delle emozioni, dei sentimenti. Intensa e coinvolgente, la voce del cantante s'impone con un timbro caldo e capace di spaziare dagli accenti più ritmati e potenti di brani come Der Einzig o più ossessivi come Farewell, alle note più intimiste di Walking in the darkness o della, per me dolcemente malinconica e bellissima, White shades.
(Gabrydark)