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ALBIREON / ZERESH
No longer mourn for me

CD (Toten Schwan)

Gli Albireon e Tamar Singer uniscono le forse per questo split in chiave neo-folk dai toni struggenti, uscito il 4 maggio su CD digipak limitato a sole 100 copie.
Il contributo di Tamar, nonché degli ospiti che intervengono al canto, ossia Pablo Ursusson (Sangre de Muerdago), Michael Zolotov (Kadaver, Necromishka) e Davidavi Dolev (Jenny Elisabeth And The Gunned Down Horses) è qui cruciale nella transizione da parte degli Albireon da un folk favolistico e malinconico ad una dolorosa narrazione delle ferite, che l’amore può lasciare attraverso la perdita dell’amato, i tradimenti, le violenze e le umiliazioni subìte, dando idealmente séguito a “Mr. Nightbird Hates Blueberries” del 2010. Questo cambiamento, scaturito dalla comunità d’intenti dei due gruppi, segna un’interessante evoluzione sia degli Albireon che di Zeresh, e preclude ad una sorta di nuova vita artistica per entrambi. Come l’opera al bianco alchemica nasce dalla nigredo, i due risalgono, dopo la discesa negli abissi del dolore, più forti che mai ed orgogliosi delle proprie cicatrici, generando una gemma di cui tutti gli appassionati non potranno che godere.

Sito Web:
https://albireon.wordpress.com; https://www.facebook.com/zereshh
(M/B’06)
CARLO GROSSI
Love. Life. Dreams. Nightmares

Cassetta (Enfermo Distro Productions)

L’etichetta portoghese “Enfermo Distro Productions”, specializzata in musica underground estrema a cavallo tra grindcore, black metal e noise, dà alla luce la prima uscita su cassetta, limitata a sole 30 copie, per Carlo Grossi, che segue l’interessante debutto autoprodotto di un paio di anni fa.
Traendo spunto dalle cose più sperimentali di artisti come Maurizio Bianchi, Giancarlo Toniutti, Monte Cazazza e Nurse With Wound, Grossi fa sua la profonda angoscia che pervade il nostro tempo e le nostre metropoli, in una soffocante e disorientante ambientazione a base di collage rumoristici portati al limite, un passo oltre quanto già proposto con la precedente uscita, ben espressa con la copertina ad opera dello stesso Carlo.
Due lati suddivisi in quattro parti ciascuno, che fanno male e rievocano la non comune capacità di cibarsi del putridume che la vita ci offre con quotidiana frequenza e di risputarla fuori con inedita freschezza e spontaneità, tipica di gente come Roger Karmanik.
Un deciso passo in avanti rispetto al debutto, nessun compromesso nell’attitudine sonora.

Info: carlogrossinoise@gmail.com

(M/B’06)
CIRQUE D’ESS
Black Synthetic and Dense
CD (Cold Transmission Music records)


Dopo una serie di EP dagli unanimi consensi i Cirque d’Ess irrompono nelle penombre del silenzio con la pubblicazione del primo atto su album intitolato “Black Synthetic and Dense”. Il disco rappresenta un punto di svolta, l’epilogo di un’appassionata creatività che ha distinto la formazione di Pisa fin dagli esordi; c’è maggiore attenzione nella forma canzone e questa mia soggettiva opinione trova conferma nel leitmotiv dei dieci brani che strutturano questo lavoro.
L’appellativo di Ritual-Wave è legato alla natura trasgressiva che, attraverso un’impressionante galleria di immagini video, il duo intende esprimere in un eloquente drammatizzazione.
Nulla è lasciato al caso, le plumbee tonalità dominano i solchi digitali tra ritmi gelidi e vortici hyperdelici, beat ipnotici e tribalità ben congeniate tra le partiture architettate dal duo toscano Colpisce il cantato-spoken di Miriam Ssam ma tutto “Black Synthetic and Dense” è sostenuto da euritmie da danza alternativa e sovversive tensioni che trascinano l’ascoltatore negli intenzionali meandri basati sullo spettro melodia-ritmo-seduzione.
E’ forse l’alba di una nuova Body-Music?
Sito web: https://cirquedess.bandcamp.com/album/black-synthetic-and-dense
(Luca Sponzilli)
DOVER LIGHTS
Dover Lights
(
Big Horse records)

Dalle rocce magmatiche dell’Altopiano d’Ozark, Arkansas, decolla questo curricolo coagulato da Daniel Brinker, Andy Moore, Ben Smith e Warren Dickey con un omonimo album pubblicato dalla Big Horse records, ricco di spunti interessanti che rimandano alla tradizione Folk-Psichedelica dei tardi anni Sessanta ed alle libagioni Dark-Rock di inizi Ottanta provenienti per lo più dall’emisfero Australe.
Il disco carico di dieci lame affilate suscita magiche visioni sulle acide trame delle chitarre di Moore, produttore con Brinker delle pozioni celate all’interno dei solchi vinilici.
Gli amori per il Poeta Drake, per Nick Cave e soprattutto per i Pearl Before Swine sono celati liberamente e con il gruppo di Tom Rapp c’è più che una marcata influenza nella strumentazione esotica, il bouzouki, utilizzata con spirito d’avventura e bizzarra ricerca a completare quella tradizionale. L’incedere funereo di Prisoners”, le ballate di “Terrors Of the Night” e “Desolate Illinois”, le sinistre malinconie di “Three Women”, l’asse Jessamine/Spacemen 3 di “Howling Man” e “Stone” ed i fraseggi di “Carrauntoohil Pt. I&II” ne fanno di questo omonimo 33 giri un lavoro avvincente e consigliato, attento a forme di melodia però sempre straniate e tese a livello emotivo.
Per il sottoscritto è già uno dei dischi dell’anno.
Da non perdere.
Sito web: https://doverlights.bandcamp.com/
(Luca Sponzilli)
WUORNOSAILEEN BANDE
The Eternity of Accumulation from Cradle to Grave
CD (St.An.Da.)

A distanza di quattro anni dall’ottimo ‘Inerzia’ torna all’attacco il progetto piemontese con quattordici tracce nuove di zecca, disponibili in download sulla pagina Bandcamp del gruppo ma ancor meglio in versione Cd digipak, impreziosito dagli scatti fotografici in bianco e nero con cui Tiziana anima in maniera visionaria una splendida quanto sinistra bambola Barbie.
Ricco di spunti ed influenze che spaziano dall’attuale mondo ‘distopico’ ulteriormente peggiorato dai ben noti eventi pandemici, ad elementi provenienti da pellicole e serie televisive ‘non conformi’ (vi cito il controverso ‘H2S’ di Faenza piuttosto che la più recente serie ‘Too Old to Die Young’ del danese Refn), il nuovo lavoro del combo guidato da Massimo Basili e Tiziana Vallero vede il supporto di alcuni sodali della scena, ricordiamo Luca Torasso (Sandblasting) ed Antonio Cristofaro (Omicidio), ed i lombardi Mattia Porri (Human Virus Transmission) e Claudio Frassine (Mademoiselle Bistouri). ‘Medioevo Tecnologico’ recita uno dei titoli del lavoro, ovvero un pericoloso balzo all’indietro che l’umanità sta tristemente compiendo con l’aiuto di un uso eccessivo ma soprattutto distorto della tecnologia, tra (dis)informazione che circola in maniera incontrollata e fuorviante e - per assurdo - assenza di una vera comunicazione tra gli individui: Wuornos Aileen ci dipingono in musica il mondo che ci attende, o meglio che già stiamo vivendo, per certi versi anticipato di gran lunga da autori del secolo passato come Orwell e Huxley, sorprendentemente lungimiranti ed oggi più che mai attuali. La cifra stilistica di ‘The Eternity of Accumulation from Cradle to Grave’ resta quella in cui il gruppo è da sempre campione, una power-electronics old-school che attacca l’ascoltatore sin dall’iniziale ‘Voices V2.’, con i suoi bordoni analogici ruvidi ed ossessivi.
L’ impiego di vocal samples é un altro marchio di fabbrica del gruppo (‘Nevrosi Generale’, ma anche ‘Now’ e ‘We Evolved Through Brutality’), così come l’utilizzo delle voci filtrate e distorte di Lorenzo Abattoir e Laura Agerli è ideale nel costruire stratificati collages sonori stranianti e minacciosi, ‘’Il Germe dell’Assurdo’ e la sopracitata ‘Medioevo tecnologico’ ne sono due mirabili dimostrazioni. Una allucinata cover della velvetiana ‘All Tomorrow’s Parties’ chiude le ostilità, rallentando lievemente il passo nei suoi cinque minuti di stralunata psichedelia industriale.
Un disco potente e senza cali di tensione, capace di mantenere una costante onda d’urto che mi rende quanto mai speranzoso di poter sperimentare, appena sarà nuovamete possibile, la resa in dimensione live!
La perfetta colonna sonora per l’immininente (auto)distruzione del genere umano: ‘…l’estinzione della popolazione, grazie…’ (da ‘Nevrosi Generale’).
ISito web: https://wuornosaileen.bandcamp.com
(Oflorenz)
SIS FELIX
Rebirth
(Autoproduzione)

Dopo gli unanimi consensi dei singoli “Motionless Thinking” del 2016 e “Figures” del 2019, i Sis Felix pubblicano il nuovo EP “Rebirth” appassionante epilogo dei precedenti lavori. Afieri da quasi quattro decenni della scena Dark-Wave Italiana, il gruppo foggiano dopo vari avvicendamenti nella line-up sembra finalmente aver trovato una certa stabilità riuscendo nel difficile intento di mantenere immutata negli anni la medesima condizione emotiva legandola alla contemporaneità attuale.
L’asse musicale Cure+Echo+Sound, le corpose linee di basso di Alessandro Brescia e la voce cupa di Roberto Pellicano restano il punto fermo delle quattro composizioni all’interno del disco impreziosite dagli arpeggi del violino di H.E.R., al secolo Erma Pia Castriotta, già musicista di artisti quali Battiato, Teresa De Sio e Morrissey. “Rebirth” si muove nel suo dualismo tra odio e amore; la title-track è un brano solare nonostante le atmosfere malinconiche, Sorrow e Your Colours pervadono di nostalgia nelle mediazioni Ottanta/Novanta, Lost Time è un chiaro omaggio a quel passato solo in parte archiviato.
Le paure sono state affrontate attraverso la musica, punto d’equilibrio nella personalità dei Sis Felix dove le speranze riflettono gli stati d’animo ed il desiderio rappresenta certezze in una “joy of life” avvolgente e significativa.
Sito web: https://sisfelix.bandcamp.com/album/rebirth
(Luca Sponzilli)
ELLI DE MON
Countin’ the Blues
(Area Pirata Records)

Nuovo disco per Elli de Mon pubblicato dall’etichetta pisana Area Pirata, label che negli ultimo anni ha ridato nuova linfa vitale al Panorama legato alla Scena Beat, Garage-Punk e Neo-Psichedelica. “Countin’ the Blues”, seguito del libro scritto dall’artista vicentina e pubblicato dall’Arcana edizioni lo scorso Febbraio 2020, è un omaggio in dieci cover alla tradizione delle Blues’ Women interpretate con il medesimo spirito indomito e liberale. Nell’incalzante ritmo voodoo, punto fermo della struttura vertebrale dell’album, Elli esorcizza i demoni delle cantanti Blues, ribelli ed anticonformiste, profane e malinconiche, ma capaci di rendere immortali, attraverso le liriche, antiche tradizioni.
L’iniziale Garage di “Prove It On Me Blues” è un brano memore del lowdown dirty blues, genere meglio noto come blues sporco; “Blue Spirit Blues” è una ballata alla PJ Harvey, “Downhearted Blues” è atavicamente suonato alla sua maniera mentre “Shave ‘Em Dry” ricorda i White Stripes. L’esotica “Dope Head Blues” è un raga psichedelico, “Freight Train” una preghiera dal sense doloroso, “When the Leeve Breaks” e “Wayward Girl Blues” sono un Country del Delta ad Ovest del Mississippi.
Pervade un senso di bivalenza musicale, in “Trouble in Mind” aleggia il fantasma di June Carter Cash e nel mantra della conclusiva “Last Kind Words” si chiude l’incontro con i demoni reso piacevole dalla musica, vero strumento d’emancipazione delle donne del Blues. Elisa è disinvolta, suona tutti gli strumenti e fa sue le dieci canzoni riuscendo nel tributo senza tralasciare nulla al caso. Complimenti.
Sito web: https://areapiratarec.bandcamp.com/album/countin-the-blues
(Luca Sponzilli)
DAS AUGE
Sangre Rosa
CD promo  (-)

Altro ep per i Das Auge di Hans Plasma, che segue quello di debutto “Will they take us outside?”.
Rispetto al precedente lavoro, la musica che Hans propone, supportato anche in questa occasione da Marc Mal De Vivre al basso e Valentin Guenther al trombone, oltre a Idan K e Steven Smith, prende la direzione più marcata del sick pop fortemente contaminato dall’elettronica e da atmosfere che ricordano da vicino i primi “Calle Della Morte”, profondamente malinconiche, disincantate e minimaliste, anche se Hans si concede ogni tanto qualche sconfinamento in lidi più sfumati tra folk noir e post punk, come in “The rotation”.
I Das Auge confermano quanto di buono mostrato col primo lavoro, rimanendo coerentemente ancorati alla loro proposta musicale, ma senza sedersi sugli allori, mutando e sperimentando e mostrando costante ispirazione.

Sito Web:
https://www.facebook.com/Das-Auge-133925947241188
(
(M/B’06)
MEVDA VS. SHIVER
La morte salvatrice della vita
Cassetta (Luce Sia)

Attila The Brutal e Mauro Sciaccaluga si danno appuntamento presso i sodali Sacha e Nebo di Luce Sia per sfornare la loro prima opera congiunta.
In circolazione entrambi da circa un ventennio, con questa mini-cassetta di circa mezz’ora scaricano a terra la loro oscurità che si traduce in una mescolanza di influenze che vanno dal noise al power electronics, quest’ultimo a rievocare i fasti di Atrax Morgue nella centrale “Morte”, che occupa la seconda parte del primo lato.
I tre brani sono pesanti e laceranti, uno spietato uragano di harsh noise wall che avanza lentamente, ma che non lascia scampo a ciò che incontra sul suo cammino, concedendosi solo nella seconda parte della lunga suite sul secondo lato, che dà anche il nome all’album, una sorta di pausa atmosferica e più riflessiva che fa fare un salto di qualità, raffinando i metodi draconiani mostrati precedentemente.

Sito Web: https://mevda.wordpress.com; http://shivernoise.blogspot.com

(M/B’06)
CORAZZATA VALDEMONE
Marcia e canta combatti e taci
CD (Hau Ruck! SPQR)


Ritorna Gabriele Fagnani col suo progetto totalitarian industrial che farà senz’altro storcere il naso a buonisti e benpensanti, perché da ormai quasi un ventennio non solo è ancora lì senza aver mai perso un grammo della coerenza che lo contraddistingue, ma prosegue imperturbabile il suo percorso, accompagnato in questo viaggio controcorrente questa volta dalla Hau Ruck! SPQR e da G/ab Volgar dei Deviate Damaen.
Corazzata Valdemone ha ormai abbandonato le frange più estreme e rumoriste del suo stile musicale per concentrarsi su rielaborazioni di canzoni e stornelli dimenticati (non da Gabriele) a cavallo tra gli anni venti e quaranta, riportando estratti di film come “La grande guerra” di Monicelli e “Mussolini ultimo atto”, tra celebrazioni del futurismo e rievocazioni e citazioni dannunziane e non solo, in una sorta di visione italica di ciò che fece Konofal coi Les Joyaux de la Princesse, ma con atmosfere profondamente differenti caratterizzate dall’usuale estro e ironia, ma anche amor patrio, di questo progetto. Amatelo o odiatelo, la via “moderata” non è percorribile.

Info: corazzata.valdemone@gmail.com
(M/B’06)
PINHDAR
Parallel
CD (Autoproduzione)
LP (Fruits De Mer records)

“…realtà e sogni, due dimensioni parallele dall’indissolubile legame, distanti ma inseparabili…”
Anticipato da alcuni ottimi singoli il 26 Marzo è uscito “Parallel” l’atteso album dei Pinhdar band milanese composto dalla vocalist Cecilia Miradoli e dal polistrumentista Max Tarenzi. Forti dell’ eccellente regia in Console di Sir Howie B, musicista scozzese già produttore tra gli altri di Bjork EBTG Tricky ed U2, i due ragazzi milanesi attraverso una ricerca espressiva intrapresa con forza passionale rilasciano otto seducenti canzoni dal leitmotiv elegante e dalle tonalità chiaroscurali, sicuramente di difficile collocazione nonostante le non poche definizioni che la loro musica si è attirata. C’è un velo di arcano mistero attraversato dal dolore dei ricordi e la seducente voce della Miradoli, punto fermo dell’intero lavoro, attira chi ascolta in un labirinto di brividi e segreti. Il carpe diem dell’iniziale Anacreonte è un monito alla brevità della vita ed al suo essere irripetibile ma l’illusione della felicità è un aforisma che si mostra nella successiva ed omonima title-track; c’è una luce che non illumina abbastanza e l’incontro con il proprio demone può risultare perfino piacevole (Glass Soul). La quiete nasconde indefinite cariche emozionali in Corri, le danze ipnotiche di Too Late (A Big Wave) sono lucidi frammenti moderni dalle intense espressività ed Atoms and Dust con i suoi raffinati giochi di chitarre arricchisce ulteriormente il disco di contenuti e sostanza. L’irruenza delle sfumature vocali di Lady Cecilia, nella sua interpretazione carica di sensualità esistenziale, si modula in Hidden Wonders ed ogni frase tra le note è un blend di amarezza e sentimentalismo, ironia e disillusione che bene esemplificano la visione un pò cupa dei Pinhdar mentre la conclusiva The Hour Of Now, imperniata su rarefatti echi lontani ed atmosfere nostalgiche, si fa amare nella sua dolcezza. “Parallel” è un ulteriore segnale positivo che pervade la nostra scena musicale in continuo rinnovamento, una direzione d’intenti che incoraggia a sperare nel futuro, dove affidare i propri sogni ad una concreta lucentezza d’energia.
“…in fondo per poter amare nuovamente c’è bisogno di una ferita aperta”
Sito web: https://pinhdar.bandcamp.com/album/parallel

(Luca Sponzilli)

SOKUSHINBUTSU PROJECT
即身仏 / Sokushinbutsu
CD R/ Cassetta (Industrial Ölocaust Recordings)

La collaborazione tra Enrico Ponzoni e Massimo Mascheroni con ODRZ trova una speciale direzione in questo progetto il cui nome e la cui stessa tematica attingono ad un rituale religioso buddista praticato fino ai primi anni del ‘900 dai monaci giapponesi, attraverso il quale il proprio organismo giungeva ad un processo di automummificazione.
L’Industrial Ölocaust Recordings è la perfetta etichetta per un tale lavoro, per la sua storica attenzione ai progetti italiani più interessanti, soprattutto in ambito rituale/esoterico, la quale propone l’uscita sia su cassetta che su CDR, entrambe limitate.
 Quattro brani che ripercorrono le altrettante fasi di questo rituale totalmente assurdo agli occhi di qualsiasi profano occidentale, descritte minuziosamente nel libretto, e che raccolgono le impressioni del duo Mascheroni-Ponzoni alla ricerca di una sintesi musicale.
I quattro pezzi sono una sorta di death industrial malato, a metà tra primi Sigillum S e Brighter Death Now, pesante ed oscuro, che non potrà che fare la gioia degli amanti del genere, alla ricerca di sonorità che in pochi sono rimasti a proporre.
Sito Web: https://cardinium.com
(M/B’06)

SORRY, HEELS
She
CD (Wave records)

Anticipato dal seducente quanto radiofonico singolo “She Burns,” i frusinati Sorry, Heels licenziano il loro secondo album “She” pubblicato dalla Wave records, la label paulista di Helio Peixoto (Vox Insana/The Colours Of Silence).
Abbandonate le velleità Rock del precedente “The Accuracy Of Silence” il duo composto dalla vocalist Simona Pietrucci e dal polistrumentista Davide Messina, naviga verso sofisticate intuizioni tra i Banshees del secondo corso ed i Cranes coniugando in un atto sublime le nove seduzioni ai suoni minimali più moderni.
Simona possiede la vibrante sensualità di Alison Shaw dimostrata con disarmante eloquenza melodica, Davide disegna oscure armonie dove il monocolore è un punto fermo. C
ontenuti del disco: il leitmotiv dell’iniziale “Through the End”, “My Doll’s House” e la nenia di “The End Of Desire” rimandano al gruppo di Portsmouth, “Something Real” è una Indie-Song che si apre al Pop , The Spell’s Ballad a Siouxsie mentre “Another Lapse”, nei suoi toni “dark”, risulta essere il brano più suggestivo. Molti brani parlano del passato, delle paure e del senso di confusione; se si accetta il passato si può vivere meglio il presente e di conseguenza il futuro e “She” racchiude questo concetto.
Sorry but not Sorry.
Sito web: http://www.sorryheels.com/

(Luca Sponzilli)
THE TAPES
Teletyp

7’’ (Luce Sia)


Torna Giancarlo Drago, ormai l’unico membro attivo dei “The tapes”, con questo 7” in vinile trasparente limitato a 240 copie, che custodisce due nuovi brani incisi nel 2020.
“Teletyp” è ancora una volta un piacevolissimo tuffo nel passato alle origini della musica post-industriale italiana attraverso la passione di Giancarlo per i sistemi di comunicazione e le quiete ambientazioni minimal-synth, proprie dei The Tapes. Due tracce per una sorta di discesa in un limbo sonoro metà tra Terra e Luna, tra trasmissioni radio di sonde spaziali, field recording e campionamenti vocali, nel nome di un sound perfetto nella sua immutabilità, che trae giovamento questa volta dalle tecnologie odierne, nell’attesa del prossimo capitolo.

Sito Web: https://www.youtube.com/channel/UCOduuhdgtS3jYSac5rU10ow
((M/B’06)