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								  | ALBIREON La bellezza di un naufragio 
								  1998-2018
 CD(Toten 
								  Schwan, Torredei Records)
 
 
 Il 
								  gruppo di Davide Borghi ritorna con una 
								  splendida uscita limitata a 200 copie in 
								  digipak formato A5, che raccoglie le gemme 
								  salienti, tutte o quasi riarrangiate e 
								  riregistrate, di un percorso ventennale. I 
								  diciotto brani che saturano completamente lo 
								  spazio a disposizione sul cd tracciano una 
								  parabola fatta di collaborazioni eccellenti ed 
								  una perfetta metabolizzazione dello spirito 
								  che attraversa questo genere. Tanti i nomi che 
								  fanno capolino, a partire da Tony Wakeford che 
								  lascia la sua inconfondibile impronta vocale e 
								  chitarristica nel brano “Snowflakes”, ma anche 
								  “Ala di falena”, con la voce di Oliver dei 
								  Sonne Hagal, nome che ritroviamo nella cover 
								  italianizzata “Spighe” del loro brano 
								  “Eismahd”, frutto dello split del 2007. Sul 
								  versante delle collaborazioni con le glorie 
								  nostrane invece, vanno annoverati sicuramente 
								  Francesca Nicoli, voce degli Ataraxia, Gianni 
								  Pedretti dei Colloquio oltre che parte dei 
								  Pervas Nefandum, Corrado Videtta degli Argine 
								  e Mauro Berchi, quest’ultimo alla voce 
								  nell’inedito “Celebrazione di un oblio”. Di 
								  fronte ad una raccolta che include venti anni 
								  di attività, colpisce una volta di più la 
								  mutevolezza e a un tempo solidità e coerenza 
								  degli Albireon: capaci di lavorare negli anni 
								  con artisti molto diversi tra loro nel dare 
								  un’interpretazione al neo-folk, hanno 
								  costantemente conferito una profonda 
								  riconoscibilità sia ai brani oggetto di 
								  collaborazione, che a quelli propri, 
								  oscillando tra ambientazioni nordiche fino a 
								  quelle popolari e dialettali, che hanno 
								  caratterizzato indimenticabili cantautori come 
								  De André, sempre guidati dal loro lato più 
								  emozionale e coinvolgente, chiave del loro 
								  indubbio successo.
 Sito web: 
								  
								  
								  https://albireon.wordpress.com
 (M/B’06)
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								  | CORRADO 
								  ALTIERI Less
 CD/Download 
								  (Azoth)
 
 Dopo la collaborazione Balestrazzi/Quiriconi da noi trattata su queste 
								  stesse pagine, ecco il secondo sigillo targato 
								  Azoth nel 2019 tutt’ora in corso. Voi che 
								  leggete conoscete molto probabilmente Altieri 
								  per il main-project Uncodified, ma anche per 
								  TH26, Monosonik e Candor Chasma, quest’ultimo 
								  in tandem con il curatore dell’etichetta Simon 
								  Balestrazzi. Corrado esordisce con un progetto 
								  del tutto personale esplorando territori meno 
								  ‘harsh’ ed aggressivi rispetto ai suoi 
								  standard, e portando il proprio campionario di 
								  frequenze e soundscapes analogici al servizio 
								  di paesaggi sonori più dilatati e riflessivi. 
								  Gli stessi titoli di alcune tra le nove tracce 
								  del lavoro suggeriscono in qualche modo un 
								  collegamento con dimensioni ‘ambientali’ di un 
								  certo tipo: ‘Terra’, ‘Lakes’, ‘Drop’ e 
								  ‘Clouds’ accompagnano l’ascoltatore in 
								  un’avvincente esplorazione di circa 
								  quarantacinque minuti, un’esperienza sonora 
								  che farà gran piacere agli amanti della 
								  britannica Touch piuttosto che ai fans di 
								  artisti come Lagowski ed il suo progetto SETI. 
								  Il titolo ‘Less’ parrebbe suggerire che 
								  Corrado voglia agire in questo lavoro ‘per 
								  sottrazione’, utilizzando al meglio le armi di 
								  un moderno minimalismo per aprire la mente di 
								  chi ascolta verso nuovi orizzonti. La nuova, 
								  avvincente frontiera della psichedelia.
 Sito web:
								  
								  
								  
								  https://azothrecordings.bandcamp.com/
								  
								  (Oflorenz)
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								  | SIMON 
								  BALESTRAZZI & NICOLA QUIRICONI Licheni
 CD/Download 
								  (Azoth)
 
 Proseguiamo con piacere ad accompagnare l’attività della Azoth di Simon 
								  Balestrazzi, che inaugura l’anno in corso 
								  grazie a questa nuova collaborazione con 
								  Quiriconi, già sodale di Simon nei due 
								  progetti Daimon e VipCancro. L’arsenale di 
								  strumenti non convenzionali e spesso 
								  auto-costruiti o modificati da Simon (guardate 
								  l’inserto del CD) incontra e si scontra con la 
								  serie di microfoni a contatto controllati da 
								  Nicola, dando forma e sostanza ai sette 
								  ‘licheni sonori’ che compongono la struttura 
								  del lavoro. Le dinamiche di improvvisazione 
								  elettro-acustica del disco si manifestano sin 
								  dai cinque minuti iniziali della prima traccia 
								  ‘Lichene#1’, mentre dalla successiva 
								  ‘Lichene#2’ entrano in campo le voci 
								  processate di Quiriconi, utilizzate a mo’ di 
								  strumento aggiunto in tale cornice di vera e 
								  propria ‘musique concrète’. I circa trenta 
								  minuti di ‘Licheni’ danno vita ad un’ideale 
								  colonna sonora di taglio ‘scientifico’ per la 
								  nascita ed evoluzione di forme di vita 
								  vegetale, e marcano la nona uscita per il 
								  catalogo dell’ etichetta di Simon, dando 
								  seguito al suo ultimo lavoro personale 
								  ‘Redshift’ del 2018. Vi do due riferimenti che 
								  spero vi saranno utili nel predisporvi 
								  all’approccio nei confronti del lavoro, 
								  certamente non semplice ma proprio per questo 
								  sfidante: i Nurse with Wound di ‘Homotopy to 
								  Marie’, e le tavolozze sperimentali dei 
								  portoghesi @C.
 Ouvrez Vos Auditifs 
								  Canaux!
 Sito web:
								  
								  
								  
								  https://azothrecordings.bandcamp.com/
 (Oflorenz)
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								  | BLACK/LAVA Lady genocide
 CD 
								  (Hellbone Records, Cave Canem D.I.Y., Italian 
								  Extreme Underground, Maculata Anima Rec, The 
								  Triad Rec)
 
 Franco Barletta aka Enkil e Fabio Olivero 
								  debuttano con questo progetto congiunto di 
								  drone/noise/metal, sapientemente coadiuvati da 
								  Denis Gottardo alla chitarra, da Eraldo 
								  Bernocchi (Sigillum S) al mastering, da 
								  Petulia Mattioli che si è occupata 
								  dell’artwork e da Daniele Santagiuliana, che 
								  ha prestato sia la sua preziosa opera per la 
								  copertina, che la voce nella seconda delle 
								  quattro tracce, che compongono l’album. Questo 
								  lavoro segue la scia di un altro validissimo 
								  gruppo italiano, ossia i LaColpa, che hanno 
								  dato vita ad un’interessante mescolanza di 
								  noise, sludge e black metal. Nel caso di 
								  Black/Lava il duo si focalizza maggiormente su 
								  atmosfere oscure, in linea con la tematica dei 
								  campi di sterminio che ha caratterizzato 
								  principalmente il secolo scorso, ma è ben 
								  lungi dall’esaurirsi. Come nel caso di 
								  Solženicyn col suo capolavoro letterario 
								  “Arcipelago Gulag“, l’album si struttura in 
								  diverse parti, in base alle fasi del percorso 
								  ideale di sterminio, che in questo caso 
								  specifico sono state identificate come 
								  “Deportation”, “Destination”, “Torture” e 
								  “Death”. Gli strumenti utilizzati sono sia 
								  classici che elettroacustici di matrice 
								  artigianale. La prima traccia interamente 
								  strumentale inizia con una sorta di 
								  scampanellio, che ricorda l’avviso sonoro che 
								  sentiamo alla partenza del treno, in questo 
								  caso immaginando i mezzi che portarono tanti 
								  innocenti a morire nei lager nazisti o nei 
								  gulag staliniani. Subito un fraseggio di 
								  chitarra elettrica ed un drumming cadenzato 
								  prendono il via: il suono è pieno e potente, 
								  davvero piacevole per come riempie l’aria. 
								  “Destination” è di fatto un pezzo grim black 
								  metal denso di frequenze noise, in sostanza i 
								  Darkthrone di “Transilvanian Hunger” che 
								  incontrano i Vargr, con la voce di Daniele 
								  Santagiuliana assolutamente perfetta per lo 
								  scopo. “Torture” ha invece un approccio più 
								  death metal, con grida disperate che lo 
								  attraversano, enfatizzate da distorsioni e 
								  frequenze di fondo. L’ultimo brano tipicamente 
								  drone, vede l’alternarsi di chitarre e morbosa 
								  elettronica con sprazzi di batteria, un 
								  angosciante percorso fino alla fine.
 Sito web:
								  
								  
								  
								  https://www.facebook.com/BlackLavaNoise
 (M/B’06)
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								  | CLOUDWATCHERS Cloud watchers
 Download (Unexplained Sounds Group)
 
 Debutta questo quartetto 
								  spagnolo, con un album di elettronica 
								  sperimentale che richiama in un certo senso 
								  quanto fatto vedere dai Popol Vuh nei primi 
								  anni settanta, con atmosfere dilatate e 
								  visionarie, proposte in una maniera più 
								  moderna, con l’uso non solo degli immancabili 
								  synth ad opera di tutti e quattro i membri del 
								  gruppo, ma anche delle chitarre di Andrés 
								  Alonso e Jaime Munárriz suonate in chiave 
								  drone, ma anche psichedelica, sotto 
								  l’influenza dei Pink Floyd più sognanti. La 
								  voce di Coco Moya viene utilizzata come uno 
								  strumento aggiuntivo fatto di vocalizzi 
								  rituali a rievocare i fasti della world music 
								  con i suoi toni mediorientali che si alternano 
								  al ritmo quieto, ma crescente dell’elettronica 
								  nella prima delle tre suite. La seconda e la 
								  terza traccia non cambiano la sostanza, 
								  assorbendo vaghe influenze krautrock sempre su 
								  un tappeto rumoristico estremamente soffice e 
								  dal ritmo appena accennato, creando un lavoro 
								  complessivamente piacevole, ma monolitico, 
								  adatto ad un pubblico già avvezzo a queste 
								  sonorità.
 Sito web:
								  
								  https://unexplainedsoundsgroup.bandcamp.com/album/
 cloudwatchers
 (M/B’06)
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								  | EMPTY CHALICE Mother destruction
 CD 
								  
								  (Toten Schwan)
 
 Ritorna 
								  Antonio Airoldi col suo progetto 
								  ambient/drone, che questa volta prende le 
								  mosse dai freddi e dalle cupe e malinconiche 
								  atmosfere invernali: composto sulla scia di 
								  “Emerging is submerging” e a conclusione di un 
								  ciclo, partendo da campionamenti elaborati a 
								  fine 2017, l’album vede oggi finalmente la 
								  luce. Il primo brano, “Unholy light” ricorda 
								  da vicino le morbosità tipiche di Zoloft Evra 
								  o Djinn, con un approccio meno rumoristico e 
								  fortemente più atmosferico rispetto al passato 
								  e che vede l’apporto di Davide Billo del 
								  progetto Kurgan Hors. Segue “Treblinka’s 
								  snow”, primo pezzo ad essere stato riesumato 
								  dal passato, con un concept che risale al 
								  2015, a cui presta la propria voce Thyme Nord, 
								  dei Rare Form oltre a Peter Verwimp degli 
								  Ashtoreth: come suggerisce il titolo, esso 
								  incarna perfettamente la sensazione di 
								  malinconia e desolazione che doveva 
								  attraversare i prigionieri dei lager tedeschi 
								  durane la seconda guerra mondiale, una sorta 
								  di rivisitazione delle collaborazioni più 
								  atmosferiche di Albin Julius e Douglas Pearce. 
								  La lunga suite “Rest in pain” è un altro 
								  episodio che sembra inizialmente richiamare 
								  “Treblinka’s snow”, per poi evolvere in un 
								  fraseggio rarefatto di chitarra mescolato ad 
								  un altrettanto scarno sfondo di batteria, che 
								  si dissolve nell’ultima parte per lasciar 
								  spazio all’elettronica quieta e dissonante. In 
								  “Qva Resvrget Ex Favilla”, gli Inade 
								  incontrano i Popol Vuh, visione e rituale di 
								  distruzione e creazione, eterno ciclo di cui 
								  la leggenda dell’araba fenice ha tracciato il 
								  solco. Chiude la title track, riprendendo in 
								  parte il concept della precedente e 
								  mantenendosi su lidi industrial/dark ambient.
 Sito web:
								  
								  https://www.facebook.com/empty.chalice
 (M/B’06)
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								  | KOLLAPS Mechanical Christ
 CD / LP 
								  
								  
								  
								  (Cold Spring)
 
 A distanza di 
								  quattro anni dal precedente “Sibling lovers”, 
								  ritorna il terzetto australiano dedito ad 
								  un’industrial primordiale a base di 
								  percussioni create con materiali di recupero 
								  riprendendo in pieno la lezione dei Test 
								  Dept., ma con un’attitudine degenerata che 
								  richiama alla mente i maestri e connazionali 
								  SPK. Putrefazione, morte e depravazione sono i 
								  messaggi principali che rimangono dall’ascolto 
								  della loro musica e dai loro video sempre 
								  turbanti e scioccanti. L’intento è quello di 
								  tracciare un quadro nichilista e purtroppo non 
								  così distorto della società moderna.
 §Tra 
								  i brani più significativi sicuramente spiccano 
								  “Fleshflower” e “Love is a war”, il primo 
								  presentato con un video ufficiale, che propone 
								  a grande velocità una carrellata di immagini 
								  di asfissia autoindotta, interventi chirurgici 
								  e chi più ne ha più ne metta, il tutto lavato 
								  con litri e litri di sangue.
 Il secondo è 
								  una sorta di memorabile ballata funebre 
								  allucinata che lascia il segno. Sono pochi i 
								  gruppi nel panorama industrial in grado di 
								  lasciare un segno così doloroso e indelebile, 
								  anche grazie all’usuale eccellente lavoro a 
								  supporto della Cold Spring che in questo caso, 
								  diversamente dal solito, non affida il 
								  mastering a Martin Bowes presso i Cage 
								  Studios, lasciando campo totalmente libero ai 
								  nostri.
 Sito web: 
								  https://www.facebook.com/Kollapsmusic
 (M/B’06)
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								  | NORDVARGR Tantum melior
 CD 
								  (Cyclic Law)
 
 Henrik Nordvargr Björkk è un 
								  artista poliedrico dalle infinite 
								  potenzialità, capace di una continua 
								  evoluzione anche dopo aver lavorato a 
								  centinaia di album: dopo aver lavorato ad una 
								  uscita come “Metempsychosis”, composta di 
								  brani più vicini che mai alla forma canzone 
								  rispetto a tutto ciò che aveva fatto finora, 
								  Nordvargr, con il supporto della Cyclic Law, 
								  ripropone una rivisitazione dei brani che lo 
								  compongono ad opera degli amici e colleghi di 
								  sempre. Si parte con “Into the cycle of all 
								  and nothing”, rivisto dal progetto alter ego 
								  per eccellenza di Björkk, ossia i monumentali 
								  MZ.412, di cui lui stesso è parte da sempre 
								  con lo pseudonimo Vampiir Kremator. “Sweet 
								  Death Triumphant” trova spazio per tre 
								  rivisitazioni, la prima degli Ordo Rosarius 
								  Equilibrio, con le sue tradizionali atmosfere 
								  decadenti, la seconda rielaborata in chiave 
								  avantgarde death metal dal norvegese 
								  Kristoffer Oustad, e l’ultima dagli storici 
								  Thorofon. I neozelandesi Vassafor trovano 
								  spazio per un’altra conversione in chiave 
								  metal, questa volta black metal, del brano “At 
								  the crossroads of immortality”, come a 
								  ribadire ancora una volta la doppia natura 
								  rock ed elettronica che spesso e volentieri 
								  pervade i progetti di Nordvargr. Frédéric 
								  Arbour si cimenta nel brano “Invocation for a 
								  malignant spirit” coi suoi Visions, il duo EBM 
								  Spetsnaz stravolge “Salve Teragmon”, mentre 
								  Michael Idehall riprende “Manifestation”. 
								  Chiude lo sconosciuto progetto “The benjolin 
								  codex” con “Consolamentum. Consigliato 
								  senz’altro a chi ha apprezzato 
								  “Metempsychosis”, questo album compie un passo 
								  ulteriore verso lidi finora inesplorati.
 Sito web: 
								  
								  https://nordvargr.bandcamp.com
 (M/B’06)
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								  | THE 
								  TAPES News from nowhere + Jurij
 LP+7” (Luce Sia)
 
 Ascoltare i 
								  The Tapes è come immergersi in un mondo senza 
								  tempo in cui il confine tra ciò che è reale e 
								  ciò che è sogno, è sfumato e non 
								  razionalizzabile: dopo ben ventisei anni di 
								  assoluto silenzio i punti interrogativi su 
								  cosa sarebbe stato un nuovo album del duo 
								  ligure erano parecchi, anche alla luce di un 
								  genere come la synthwave, dove innovare e 
								  stravolgere è sempre complesso. Quest’ultimo 
								  fattore forse è stato quello più importante 
								  nella realizzazione di questo lavoro, 
								  contribuendo al concretizzarsi di qualcosa che 
								  non ha l’intento di proporre qualcosa di 
								  radicalmente nuovo rispetto al passato, ma 
								  sembra uscito qualche mese dopo “Il tempio” 
								  del 1993, e che ha come unico concreto segnale 
								  di distacco dal passato una cura dei suoni 
								  adatta ai tempi recenti, ma che non snatura 
								  minimamente le atmosfere che da sempre 
								  contraddistinguono l’opera dei fratelli Drago 
								  rendendola piacevolmente unica. Otto nuove 
								  tracce su vinile bianco più una sul bonus 7” 
								  single side “Jurij” in vinile rosso per chi 
								  avrà la fortuna di accaparrarsi l’edizione 
								  limitata a 80 copie o quella deluxe in sole 20 
								  copie con cartoncino autografato del duo, il 
								  tutto in una custodia in finto cuoio nero. 
								  L’andamento dei brani è quello quieto e 
								  sognante che ha consentito al gruppo di 
								  ritagliarsi una sua sfera di influenza dagli 
								  anni ottanta fino ad oggi: atmosfere magiche 
								  in un susseguirsi di suoni e sperimentazioni 
								  interessanti, che vanno ascoltate senza 
								  soluzione di continuità, mai ridondanti o 
								  pleonastiche, che mantengono sempre viva 
								  l’attenzione anche in un ascolto che può 
								  iniziare come distratto. Come tutte le uscite 
								  di Luce Sia, anche questa è qualcosa di 
								  lungamente voluto dalla coppia Sacha e Nebo, 
								  entrambi grandissimi appassionati ed amanti 
								  della scena industrial italiana, tra l’altro 
								  gli unici ad aver ristampato alcuni lavori dei 
								  “The Tapes”, mai pubblicati prima se non come 
								  nastri privati, quindi fortemente consigliata 
								  a tutti gli amanti del genere e non.
 Sito web: 
								  
								  
								  https://www.facebook.com/LuceSiaLabel(M/B’06)
 |  |  
								  | TREPANERINGSRITUALEN 
								  & NORDVARGR Konung Krönt i 
								  Blod / Salve Teragmon
 Download 
								  / LP (Cyclic Law)
 
 Esce solo in formato 
								  liquido questo split in cui Thomas Ekelund e 
								  Henrik Björkk si sfidano remixando un brano 
								  dell’altro prelevati rispettivamente da 
								  “Perfection & Permanence” e “Metempsychosis”, 
								  a suggellare un sodalizio che è iniziato al X 
								  Congresso Post Industriale o forse prima, e 
								  che ha contribuito a dare nuova linfa a questa 
								  coppia di svedesi, soprattutto nel caso dei 
								  Trepaneringsritualen che recepiscono le 
								  atmosfere tipiche degli MZ.412, unite alla 
								  primitiva potenza del sound di Ekelund.
 Sito web:
 https://www.de-za-kh-a-da-sh-ba-a-ha-v.se;
								  
								  https://nordvargr.bandcamp.com
 (M/B’06)
 |  |  
								  | VEIL OF LIGHT Inflict
 LP (Avant! Records)
 
 Torna questo duo 
								  svizzero, da un paio d’anni sotto la Avant!, 
								  etichetta ideale per band con sonorità 
								  wave/synth pop, che da sempre annovera nella 
								  sua scuderia ottime realtà, ed i Veil of light 
								  non fanno certo eccezione.
 Arrivati al 
								  quarto full length, i nostri segnano un 
								  sensibile miglioramento rispetto al precedente 
								  lavoro: il suono è migliorato, si è fatto più 
								  solido e concreto, basato su beat elettronici 
								  dai toni sporchi che conferiscono all’album la 
								  giusta dose di disperazione e forza, che ha 
								  caratterizzato le formazioni degli anni 
								  ottanta, riferimento ideale del duo, 
								  unitamente ai synth glaciali ed al 
								  caratteristico cantato che sembrano riemergere 
								  da zone industriali abbandonate. Trascinante 
								  la opener “So hard”, letteralmente 
								  irresistibile l’attacco ed il ritornello di 
								  “Fact2019”, l’album si fa ascoltare 
								  piacevolmente e chiude in bellezza con 
								  “Nothing left”.
 Sito web:
								  
								  https://www.facebook.com/veiloflightmusic
 (M/B’06)
 
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								  | VV.AA. Black solitude 
								  volume 1
 Download (Chandler 
								  Records)
 
 La Chandler Records 
								  di Marco Grosso ospita una compilation in free 
								  download su bandcamp, che raccoglie artisti 
								  non particolarmente conosciuti, ma 
								  prevalentemente di consolidata esperienza e di 
								  ottimo livello: il primo brano ad esempio, 
								  forse il migliore della raccolta, è uno split 
								  dei due progetti di Cecco Testa, Cropcircle e 
								  Winter Martyrium, il primo ambient, il secondo 
								  ambient/black metal, che qui trovano un 
								  connubio assolutamente perfetto. In tutto sono 
								  14 pezzi di altrettanti artisti non solo 
								  italiani, che annoverano i francesi MUWN e “I, 
								  Eternal”, gli americani Crepuscular Entity e 
								  Lord Cernunnos, Graham Fialkiewicz 
								  dall’Inghilterra ed i Mean Flow del greco 
								  Theofil Tsiolakakis. Il comune denominatore di 
								  questi progetti è appunto la solitudine, non 
								  in senso negativo, ma come scelta di 
								  isolamento e opportunità di crescita 
								  interiore: il genere ideale a far da sfondo 
								  non può che essere il dark ambient, eterno 
								  amore di Marco che, oltre ad inserirsi in 
								  prima persona coi suoi Snowfade, ha saputo 
								  scegliere con grande gusto ed intelligenza i 
								  compagni di viaggio per questa uscita, dando 
								  il giusto risalto a delle interessanti 
								  sorprese come i Cammino Oscuro, autori di un 
								  ambient davvero tetro. Fuori dal coro gli 
								  alessandrini Corpoparassita, e i già citati 
								  Crepuscular Entity, con pezzi decisamente più 
								  rumorosi rispetto agli altri.
 Sito web: 
								  
								  https://chandlerrecords.bandcamp.com/album/black-solitude-volume-1
 (M/B’06)
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								  | VV.AA. Black solitude volume 2
 Download (Chandler Records)
 
 Dopo il successo del primo volume, 
								  prosegue la marcia di 
								  
								  Marco Grosso volta 
								  alla celebrazione della solitudine in tutte le 
								  sue forme. Rispetto alla precedente gli 
								  artisti cambiano e l’accezione generale muta 
								  da un generale approccio dark ambient ad uno 
								  più industrial, specie per quanto riguarda 
								  Petrolio, Onasander e Dario Neri (SKR Project, 
								  Artico Culto), il primo autore di un pezzo 
								  davvero trascinante, il secondo più 
								  riflessivo, il terzo a cavallo tra vecchia 
								  scuola industrial e transizioni fatte di echi 
								  riverberati. Gli sconosciuti “Hallucinogens to 
								  the alligators” trovano spazio col brano “Dr 
								  Helmut rough mix”, interessante e visionario, 
								  mentre gli Enten Hitti propongono un pezzo 
								  ambient dalle struggenti melodie neoclassiche. 
								  I russi Nubiferous ipnotizzano l’ascoltatore 
								  con una lunga suite tribal ambient, seguita 
								  dal maestoso dark ambient degli Hypnagogue ed 
								  infine dai tetri Rotcart. Ancora una volta la 
								  Chandler Records ed il fiuto di Marco Grosso 
								  per la musica ambient hanno fatto centro.
 Sito web: 
								  
								  
								  https://chandlerrecords.bandcamp.com/album/black-solitude-volume-2
 (M/B’06)
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								  | VV.AA. Drone islands - Land raising
 CD(Eighth 
								  Tower Records)
 
 Raffaele 
								  Pezzella, tramite la sua sotto etichetta 
								  Eighth Tower Records, presenta una compilation 
								  celebrativa della musica drone, includendo 
								  veterani come Ah Cama-Sotz e Kammarheit, il 
								  primo nella sua versione drone/ambient: tutti 
								  gli artisti coinvolti quindi si cimentano 
								  attraverso la musica nella celebrazione del 
								  genio di Phil Niblock e LaMonte Young. Il 
								  risultato è un’eccellente raccolta, nella 
								  migliore tradizione delle uscite curate 
								  dall’etichetta, che permette di avere un 
								  interessante punto di vista, anche se 
								  purtroppo limitato ad un singolo brano a 
								  testa, di alcuni degli artisti di maggior 
								  rilievo che percorrono la via classica o 
								  quella più sperimentale del genere drone. 
								  Oltre a quelli già citati, partecipano i 
								  Satori, il ritualismo degli Ashtoreth con un 
								  overtone singing che ricorda i Phurpa, i 
								  Daimon e la sorpresa Stefan Klaverdal, che 
								  sforna un brano atmosferico che ricorda da 
								  vicini gli episodi più riusciti e atmosferici 
								  della cosiddetta Kosmische Musik degli anni 
								  settanta, sulla scia di gruppi come i 
								  Tangerine Dream ed i Cluster. Immancabile il 
								  contributo di Sonologyst, la creatura di 
								  Pezzella, poi il ceco Jan Kruml coi suoi 
								  Instinct Primal, Lars Bröndum e Massimo Olla 
								  con un pezzo a metà tra musique concrète e 
								  drone/ambient. Chiudono i Nihil Impvlse con un 
								  brano lacerante e Hler che riporta la calma 
								  col suo “Lovi.Segment 1”.
 Sito web:
								  
								  https://eighthtowerrecords.bandcamp.com/album/drone-islands-land-raising
 (M/B’06)
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