Web-zine di musica, cultura, arte e tutto l'universo oscuro

 

Label

Cerca tra le nostre pagine
facebook

AMYL AND THE SNIFFERS

Comfort to Me
LP/CD (B2B/Rough Trade records)

Dopo le undici Molotov lanciate dall’omonimo disco d’esordio e le febbrili attese alimentate dai footage inquieti di “Guided by Angels” e “Security”, è finalmente uscito lo scorso 10 Settembre “Comfort to Me” secondo album per Amyl and the Sniffers, formazione Australiana di Melbourne capitanata da Amy Taylor, eroina dell’attuale Scena Musicale legata all’Aussie-Punk.
Tredici brani racchiusi in poco più di mezz’ora, dove la furia iconoclasta di Amyl si scaglia come un apolide sull’ascoltatore tra devastanti riff chitarristici, veloci ritmiche che rimandano ai primi X, ai Lime Spiders, ai Cosmic Psychos e deflagrazioni provocatorie come nel più classico Spirito del ’77. Circa quest’ultimo punto si è scritto tutto ed il contrario di tutto ma le band provenienti dalla terra dei canguri hanno da sempre dimostrato di avere un bagaglio tecnico invidiabile al punto che si è arrivati a parlare, nel tempo, di Scuola Australiana. Vale anche per questi temibili “Sniffatori” e “Comfort to Me” non solo conferma gli unanimi consensi ottenuti con il primo LP ma si spinge ben oltre ogni lecita aspettativa dove ogni contenuto può essere un ipotetico singolo, proprio come nella migliore attitudine Punk.
Sito web: https://amylandthesniffers.bandcamp.com/album/comfort-to-me
(Luca Sponzilli)

RITA TEKEYAN

Green Line
CD (Seahorse recordings)

La cantante di origini Armene Rita Tekeyan, dopo il precedente “Manifesto Anti-War”, pubblicato nel 2015, continua a riservare grande attenzione alle tematiche dell’argometo “Guerra” ed incentrando le liriche del nuovo Concept-album, “Green Line”, in uno specifico contesto avente come sfondo la sua Città natia, Beitut. L’Est e l’Ovest della Capitale Libanese erano divise da una linea verde (da qui il titolo), un confine che separava i Cristiani (la parte Est) dai Musulmani (quella Ovest) e la Tekeyan con la forza disperata della sua voce arcaica racconta della guerra civile combattuta tra il1975 e il 1990, denunciando la lunga durata della stessa causa i continui interventi degli Stati che riguardavano i loro interessi in un’altalena di mutamenti ed alleanze, memoria in simbiosi con le composizioni del disco. I contenuti musicali vivono di momenti differenti, proprio come vuol essere la prerogativa di un Concept; l’intensa ballata iniziale “B.L.Express” apre agli esotismi quasi psichedelici di “Foret Noire” che si ritrovano in “DK” mentre i toni Dark di “Abri” e della marziale “Weight Of Pain” si alternano alle tensioni emotive di “Nora’s Tree”, “Your Sin”, “Y” e soprattutto di “Devil’s OB”. Lo spoken denso di atmosfere medievali di “Rooftops”, la coinvolgente “White Angel” e la conclusiva title-track chiudono un lavoro riuscito in ognuno dei dodici brani che dimostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, la bravura dell’artista.
A completare, un booklet contenente immagini di Beirut scattate dalla Tekeyan nel 2016 alla ricerca delle cicatrici nascoste post-conflitto ed alcune foto ritratto della Musa Rita scattate dal Promoter/dj Nikita (Vidi Aquam) già film-maker dei suoi video.
Sito web: https://www.seahorserecordings.com/site/rita-tekeyan/
(Luca Sponzilli)


DANIELE CIULLINI
Disaster noise
Cassetta (Luce Sia)

Esce in ristampa questo introvabile lavoro di Daniele Ciullini ad opera della Luce Sia, sempre presente quando si tratta di queste operazioni molto speciali. Come dice Vittore Baroni trattasi di ristampa “aumentata”, che vede questa volta il contributo congiunto di alcuni protagonisti della scena sperimentale odierna. Pregevole la confezione, box bianco limitato a 95 copie, che contiene una serie di cartoline con testi bilingue in italiano e inglese, corredate da immagini dell’epoca. C’è poi un’interessante introduzione da parte di Paolo Cesaretti datata ottobre 2020, che argomenta sulla forma del disastro, partendo dalla mostra di Wolfgang Staehle, “2001”, che involontariamente riprese lo schianto del Boeing 767 contro una delle Torri Gemelle e scatenò un dibattito sul disastro come forma d’arte. Altrettanto interessanti sono invece le già citate cartoline, in cui su un lato Vittore Baroni traccia una storia della scena sperimentale del 1981, anno in cui uscì questo lavoro, e sull’altro vi sono riprodotte alcune delle immagini presenti sulla cassetta originale, “collage apocalittici” elaborati dallo stesso Baroni nell’ambito del progetto TRAX. Ciullini fa suo il cut up di Gysin, permeandolo con synth e strumenti vari e attraversando generi che all’epoca erano agli albori, come dark ambient e drone, ma toccando anche noise e Kosmische Musik: questa volta però ci sono Cristiano Deison, Massimo Olla, Simon Balestrazzi e Gianluca Becuzzi che, oltre a contribuire a riassemblare i campionamenti e coi loro “sound objects”, si cimentano con Daniele in quattro brani del primo lato, senza intaccarne gli estremismi, ma impreziosendolo e conferendogli una maggior strutturazione.
Sito Web: https://www.facebook.com/daniele.ciullini.9
(M/B’06) 


DANA PLATO

Wrong Quotes
CD (Autoproduzione)

Progetto nato sull’asse Messina/Roma/Foggia dalla collaborazione di Manuel “Humprty Dumpty” Venator, Gianluca “Fixx” Ficca e Giovanni Mastrangelo (Alpha States, Favonio, Follorum Ensemble, Neolitichs), i Dana Plato celebrano questo sodalizio con la pubblicazione di “Wrong Quotes”, album ricco di anacronismi musicali, dove è difficile dargli una specifica collocazione di genere e di tempo.
La cosa non mi meraviglia più di tanto visto il ricco background dei tre musicisti ma ogni brano all’interno del disco è diverso dall’altro, con improvvise accelerazioni tali che si potrebbe parlare di un nuova avanguardia musicale che abbraccia New Wave anni Ottanta, Psichedelia-Folk anni Sessanta e Noise anni Novanta.
Contenuti: in due brani dei tredici complessivi dell’album, vale a dire la title-track e “Parachutes”, sembra che i Cure vogliano far uscire fuori a tutti i costi i Pavement e viceversa; in “Nothing Left but Speak” la voce della cantante lirico/teatrale Mary Grace Singer ed il basso di Mastrangelo, memore del Maestro Mike Karn, si modulano in densità Soul tali da sembrare un brano dei Colourbox, cult band tra le più originali prodotte da Ivo Watts-Russell con la sua 4AD.
Grégor Samsa dei Black Veils presta la sua voce in “Stranded”, ”Butterfly Chips”, “Majesty” e “The Vibrator Play” sono momenti quasi-dark; gli arpeggi fluidi di “The Corpses and I”, la minimale “The Prettest Girl Of All Time”, l’elettronica danzereccia di “Shout To the Wolf”, l’inquieta “Little Genius”, la mediterranea ed orientaleggiante “Desert” e l’iniziale “Thrill” tra etnie di scuola DeadCcan Dance ed acide incursioni ‘70s chiudono questo lavoro che non lascia nulla al caso, dagli arrangiamenti alla cover-art, opera dell’artista messinese Giulia Merlino.
Disco riuscitissimo, una rara perla che, conoscendo gli artisti, non avrà un seguito. Inevitabile consigliarne l’acquisto.
Sito web: https://danaplato.bandcamp.com/releases
(Luca Sponzilli)


DERMA
Signore e signori, buonanotte…
LP (Luce Sia)

Quando c’è di mezzo Massimo Magrini è inutile farla tanto lunga; chi non lo conosce vada ad ascoltarsi la sua intera discografia in ordine cronologico e la sua vita (musicale) cambierà. Un genio musicale assoluto, ma anche un profondo conoscitore dei suoi strumenti grazie ai lunghi studi profusi sul tema da molti anni a questa parte.
Questo suo specialissimo progetto, il terzo oltre al principale Bad Sector e ad Olhon, in collaborazione col concittadino Riccardo Bianchi (Unità Suono di Base, Bo, Action, Idiotoma), verte sull’incontro tra la musica del primo e la voce del secondo in chiave synthwave/electro. Dopo il debutto “1995” che riesumava una registrazione del medesimo anno fatta di brutali loop sonori, arriva questo LP bianco limitato a 240 copie e download code, che azzera le coordinate stilistiche, omaggiando la synthwave italiana degli anni ‘70/80: ritmi pulsanti retrò attraversano l’aria in un incedere a tratti travolgente (Doppio al Cubo, Automa), a tratti più sognante (Splendor, Gesti) o ancora scandito da breakbeat (Gigolo), caratterizzati tutti quanti dai testi oscuri e surreali di Bianchi, che aggiungono un’ulteriore variabile ad un album decisamente inconsueto e di ottima fattura.
Sito web: https://www.facebook.com/derma1995
(M/B’06)


EDNA FRAU

Ego Is Bigger Than Yours
CD (22 Dicembre records)

“Welcome Back in the Eighties Dark-Wave Ages”, potremmo racchiudere in questo titolo l’album d’esordio dei ravennati Edna Frau, progetto nato dalla partecipazione di Andrea Fioravanti, mente e polistrumentista dei Postvorta, e Vincenzo “Vins” Baruzzi, voce dei Doormen, gruppo che mi aveva fortemente colpito perchè suonava come una versione degli Interpol ma prodotti da sua eminenza New Wave Steve Lillywhite.
“Ego Is Bigger Than Yours”, preceduto dal radiofonico singolo “Wet Plush”, nelle nove tracce che lo compongono, si muove tra impulsi elettro-EBM old school (“Open”, “After Sex”, “Closed”), lunghe cavalcate dark (“Angry Face Man”, “Rooms”), psichedelica alla Breathless (“D1A”) e momenti chiaroscurali (“Day One”, “Break”). Le canzoni sono tutte molto belle ed interpretate benissimo dal duo Baruzzi/Fioravanti ma soprattutto la proposta diversa dai rispettivi gruppi d’appartenenza. E qui voglio soffermarmi un momento; i side-project e le collaborazioni, molto in voga negli ultimi tempi, devono avere la prerogativa di differenziarsi dall’abituale climax autoctono, per non suonare come un monotono clichè mancante di originalità che lascerebbe il tempo che trova. Non è il caso degli Edna Frau.
Sito web: https://ednafrau.bandcamp.com/album/my-ego-is-bigger-than-yours-2
(Luca Sponzilli)

LA GRAZIA OBLIQUA
Oltre

EP / Mini CD  (Toten Schwan records)

Ritornano i “La Grazia Obliqua” con un ep curato da Cristiano Santini (Disciplinatha, Dish-Is-Nein), che si è occupato di mixing e sound engineering presso il tradizionale Ghostrack Studio di Roma, oltre ad aver suonato chitarra acustica e elettrica. Il lavoro riparte dal precedente “Canzoni per tramonti e albe - al crepuscolo dell’Occidente” e le quattro tracce danno già un’idea precisa di come si muove il gruppo romano.
I brani sono freschi, ricchi di emozioni e abbracciano un ampio spettro stilistico.
Dall’alternative/goth rock con contaminazioni wave della title track e della successiva “Resta”, al morbido combat-folk di “Piovono pietre”, fino alla cover di “Aspettando l’alba” de “Le Orme”, con testi sia in italiano che in inglese, voce maschile e femminile, rispettivamente di Alessandro Bellotta e Alessandra Bersiani, come a ribadire ulteriormente che non ci sono confini alla loro musica da nessun punto di vista, e questo lo si nota anche nel costante e riuscito tentativo di coniugare sonorità moderne con altre più datate.
Sito Web: www.lagraziaobliqua.it
(M/B’06)


HALO’S EVE

Pitch Black Heaven
CD (Anesthetize Prod.)

Quello che abbiamo tra le mani é l’esordio assoluto per Halo’s Eve, one-man project transalpino che fa capo a Sébastien Bernard.
Le trame sintetiche oscure di ‘A Greater Pride’ ci introducono immediatamente nel cuore e nell’ essenza di HE, una synth-wave muscolare dai tratti melodici memore dell’epoca d’oro del genere, con gruppi quali Clan of Xymox e Pink Turns Blue a fare da possibili numi tutelari del progetto.
 I sei brani del mini si mantengono su livelli mediamente buoni, con brani quali la trascinante ‘Alpha Noir’ che potrebbero diventare futuri floor-filler per le migliori serate danzanti dark-wave. Spazio anche ad atmosfere più riflessive e misteriose, ascoltate ‘The Lodge’, la voce di Sebastien ha un timbro caldo e potente, e richiama a tratti lo stile di un certo Dave Gahan.
A vostra disposizione il digipak a quattro pannelli prodotto dalla francese Anesthetize, cui si aggiunge l’opzione del consueto download dalla pagina Bandcamp della label.
Info: https://haloseve.bandcamp.com/album/pitch-black-heaven
(Oflorenz)

HERMANOS

A Different Love
CD (Epictronic/Distr. Goodfellas)

‘Hermanos’, ovvero i fratelli Brussato da Mogliano Veneto: Roberto e Giorgio danno seguito al mini d’esordio ‘Blinding Love’ con gli undici brani del full-lenght ‘A Different Love’, titolo con il quale sembrano voler riprendere il filo concettuale del lavoro di debutto del 2018.
Non vi tragga in inganno la grafica inusuale della cover , piuttosto minimale e indubbiamente originale nel nostro campo: Hermanos si nutrono di atmosfere e sonorità risalenti alla golden age della miglior dark-wave anni ’80, snocciolando un lavoro di classe che trova nella title-track un’ideale sintesi ‘estetica’: ascoltatela seguendo il video proposto dal canale della Orchard Sony Music, il basso rotondo a scandire il ritmo e gli arabeschi sintetici che disegnano l’accattivante melodia ne fanno meritatamente il singolo trainante, nonché un omaggio dichiarato ai mitici Rockets (fate caso al finale!).
Come suggerisce la vettura vintage stilizzata in copertina, non vi resta che salire a bordo!
Info: https://facebook.com/fratellibrussato
(Oflorenz)

MARK & THE CLOUDS

Waves
CD (Gare Du Nord records)

Combo londinese formato da Marco Magnani chitarrista degli Avvoltoi fautori di un ottimo Flower Power tipicamente britannico, i Mark & The Clouds con “Waves” arrivano al loro terzo lavoro in Studio su Gare Du Nord records.
Il disco nei suoi 15 momenti tra intense ballate psych-pop e canzoni più lente, risulta ben congeniato ed ottimamente suonato, cosa, quest’ultima, che non mi ha meravigliato più di tanto visto il background, o meglio il bagaglio tecnico-stilistico dei musicisti in questione. Con Magnani ci sono John O’Sullivan al basso e Shin Okajima alla batteria più una serie di ospiti che si fa notare soprattutto nella sezione fiati.
I Sixties sono un punto di partenza come nell’evidente title track; echi di Tomorrow in “You & Me In Space” e “Sombody Else” mentre “Peace Not Religion” è un inno hippie memore della (post) beat-generation.
Il resto dell’album è però legato ad un periodo specifico e le sonorità espresse mi hanno ricordato non poco gli Shamen, band che riusciva a fondere alla perfezione, negli anni del revival Psichedelico, Barrett all’Indie Inglese.
Accenni di Mersey-beat, Garage (You Wanna Put Me Down) e Swinging-London (All These Plans) si combinano l’un l’altro alla struttura principale, la Psichedelia, del disco creando alla fine un qualcosa di “Classico” e questo, probabilmente, candida “Waves” come uno dei migliori lavori del genere pubblicati nel 2021.
Sito web: https://markandtheclouds.bandcamp.com/album/waves
(Luca Sponzilli)

NOMOTION

Abide
CD (Mold records)

Devo ammettere di essere di parte verso il quintetto friulano dei NOMOTION e da ogni loro uscita mi aspetto sempre un piccolo gioiello come lo era stato il precedente album “Funeral Parade Of Lovers”, per il sottoscritto non solo miglior disco del 2019 ma tra quelli dell’ultimo decennio. Con “Abide” confermano questi consensi ampliando il già nutrito seguito di culto. Rispetto alla parata funerea degli innamorati, vera e propria enciclopedia del rock americano, nel nuovo lavoro, un mini composto da cinque canzoni, ci sono meno colori; il loro Southern Country-Dark è più Noir tale che ogni canzone troverebbe spazio nei titoli di coda di un film di Quentin Tarantino. “Blooming and Dooming” apre con il suo incedere malsano seguito da “Something Out There” che ospita lo svedese Rob Coffinshaker, icona del Gothic dai cappelli a larga tesa e pistole incrociate.
“Out Of the Blue” è pura poesia intrisa di bagliori psichedelici; le ballate disegnate dalle due chitarre e dallo scandire del piano si ripetono in “Contradiction” mentre Bronte Shande, cantante Soul inglese, duetta con Jonny Bergman nella conclusiva “Elizabeth” accompagnata da un bellissimo video, altra cosa che riesce in maniera sublime al gruppo, in tema con le liriche.
 I NOMOTION confermano quanto di buono detto e scritto negli ultimi anni ed il fatto di essere soprattutto degli ottimi musicisti induce a consigliaren l’acquisto di “Abide”, disco intenso, coinvolgente, esaltante ma nello stesso tempo passionale, doloroso e spietato proprio come un film western dove i fuorilegge diventano eroi.
Sito web: https://nomotionofficial.bandcamp.com/album/abide
(Luca Sponzilli)

DANIELE SANTAGIULIANA

La Cupa
CD (Autoprodotto)

Ci immergiamo sempre volentieri nell’universo spettrale che emerge dalla mente di Mister Testing Vault, al secolo Daniele Santagiuliana. ‘La Cupa’ é l’ultimo lavoro a suo nome, un disco ispirato in qualche modo dal vissuto dello stesso autore, in particolare da quei frangenti di depressione e buio mentale che non di rado possono interessare la vita di un essere umano, e che talvolta hanno il potere di tramutarsi in arte oscura e visionaria. I 6 brani de ‘La Cupa’ sono nel contempo un tributo ad artisti non convenzionali come il saggista horror statunitense Thomas Ligotti, piuttosto che ai lavori di impronta più minimalista del geniale John Cale. E proprio l’approccio sperimentale di Cale con la viola impatta su Daniele nella composizione del disco, interamente composto con strumenti a corda opportunamente completati da field recordings di marca dark-ambient. Da notare che il disco ha avuto un’uscita ‘gemella’ in formato esclusivamente digitale, con medesima cover e stesso titolo: se il viaggio é stato di vostro gradimento, sarà opportuno proseguirlo cercando LA CUPA (Appendice) sulla pagina Bandcamp dell’artista.
Per il lavoro principale vi consigliamo invece una delle cinquanta copie in CD black simil-vinile e custodia digipak!
Info: https://testingvault.bandcamp.com
(Oflorenz)

WHISPERING SONS

Several Others
CD (PIAS records)

A distanza di tre anni dall’ottimo “Image” tornano su disco i Belgi Whispering Sons con il nuovo album “Several Others” pubblicato come il precedente dalla PIAS records.
Il nuovo lavoro conferma le capacità del gruppo ed anzi, segna un passo in avanti. I ritmi intensi e le sonorità tese a livello emotivo restano una sorta di punto fermo dove la padronanza di Fenne Kuppens conferisce attraverso le sue vocalità sincopate un senso claustrofobico e disperato alle composizioni.
Del Post-Punk non c’è solo la musica ma anche la natura iconoclasta fuori da definiti schemi del genere; “Dead End” è una canzone malinconica, “Heat” ricorda i Wire, “Wounded”, “Screens” e “Flood” oscillano tra tormenti dark e leitmotiv suggestivi mentre “Vision”, “Satantango” e la conclusiva “Surgery” sono brani quasi-noise.
C’è una libera espressione nella struttura del disco, attitudine massima del Post-Punk, che evidenzia le capacità tecniche ed organizzate dei musicisti; non mancano i singoli accompagnati da altrettanti video sempre allucinati e deviati.
 I Whispering Sons sono una di quelle rare band mature già prima degli unanimi consensi ed assolutamente da vedere nei loro “live-acts”, vere e proprie performance incendiarie. “Image” era in tutte le individual playlist del 2018, “Several Others” non deve assolutamente mancare in nessuna discografia o collezione che si rispetti.
Sito web: https://whisperingsons.bandcamp.com/album/several-others
(Luca Sponzilli)

WYLDE TRYFLES

Fuzzed and Confused
LP (Soundflat records)


Combo proveniente da Bordeaux appartenente alla più genuina corrente del Garage-Punk, i Wylde Tryfles pubblicano il loro secondo album “Fuzzed and Confused” infiammando ulteriormente i turbolenti stati d’animo generati dall’LP d’esordio “Go Fuzz Yourself” uscito nel 2018.
Sin dalle prime battute sono evidenti le influenze di quei gruppi che hanno dato lustro al Revival degli anni ottanta e mi riferisco in particolar modo a Crimson Shadows, Cynics, Outta Place, Untold Fables, Vipers o Wylde Mammoths ed i Sonics come punto fermo.
Le undici tracce sono caratterizzate da autentiche bordate di Fuzz con l’organo della front-woman e vocalist Lubna Bangs nella migliore tradizione “Battle of the Garages”. “Don’t Miss the Deadline”, “Hard Time” e “Out of Sight” sono devastanti, “Gonna Miss Me”, “Drive Me Crazy”e “Get Outta My Way” treni in fiamme lanciati ad alta velocità, “Creepy Thing” è un Dark (non quel Dark!) simile a certe cose dei nostri Not Moving mentre “I Just Wanne Make Love to You” sembra un brano uscito dai solchi della raccolta Nuggets memore della Via del Tabacco ma tutto il disco è quanto di meglio sia dato ascoltare in questo momento. Inutile, a questo punto, aggiungere che “Fuzzed and Confused” è andato ad inserirsi nella mia playlist dell’anno. “This album is gonna kill ya!” come disse Shelley Ganz ai tempi delle sue produzioni su Dyonisus.
Sito web: https://thewyldetryfles1.bandcamp.com/
Luca Sponzilli)