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BRACONIDAE
Gaslighting
LP (Luce Sia)


Torna a stretto giro Emiliana Voltarel col suo progetto solista, come si intuiva dal significativo debutto sempre per Luce Sia. A differenza del precedente lavoro che si avvaleva di collaboratori di primo piano della scena industrial e non solo, come Gerstein, DsorDNE e SKR Project, questo disco, pur beneficiando del supporto di ODRZ ed ancora Gerstein in due brani, è un prodotto molto meno “contaminato” e canonico rispetto al pur brillante esordio, che svela fino in fondo quello che Emiliana ha da dire. Il gaslighting, oltre che titolo dell’album, è un fenomeno di violenza psicologica tra i più sottili e terribili, messo in atto tramite false informazioni per convincere la vittima che è pazzo: non so se la nostra sia stata vittima di questo tipo di abuso o se lo abbia scelto come simbolo del disagio che voleva esprimere, certo è che i toni già tetri di Magnetic Reel, diventano qui malati. Gli inquietanti trilli ed i fruscii di “Saturnalia” portano ad “Amygdala”, dove l’elettronica degli ODRZ sembra incontrare i Mörder Machine. Segue “Time Capsule” dal sapore mansoniano, poi l’inquietante stasi di “Fat & Feeder”. L’elettronica quasi break beat e la voce di Maurizio Pustianaz piombano con veemenza in “Obsessive similarity”, pur senza snaturare le atmosfere del disco. “A short life” è un cicaleccio elettronico minimale che evolve in ritmi percussivi che si dissolvono sul finire. Chiude la title track, con atmosfere che richiamano i Deutsch Nepal e voci distorte in sottofondo. Emiliana nei ringraziamenti cita per averle fornito l’ispirazione i suoi demoni ed incubi, che speriamo questo album aiuti ad esorcizzare, ma al contempo le lascino un ricordo tale da consentirle di mantenere queste atmosfere o di evolverle ulteriormente.

Sito web: https://www.facebook.com/Braconidae
(M/B'06)
COMPEST ‎
Zeugen (der Leere)
Cassetta (Luce Sia)

Tra le varie forme che il poliedrico e prolifico Martin Steinebach assume, oscillanti tra il ritual ambient di Conscientia Peccati, l’abstract di Stillstand ed il rhythmic noise di Monoid, trova spazio questo interessante lavoro industrial/ambient, uscito su cassetta limitata a 60 copie per la svizzera Luce Sia. La sua forma meno estrema rispetto agli altri progetti gli consente di spaziare su terreni pressoché sconfinati, prerogativa da sempre del genere industrial. Ne scaturisce un album sognante e intimistico, costituito prevalentemente da lunghe suite, che richiamano a tratti il krautrock visionario dei Popol Vuh, “Schleier” su tutte, ma anche i “The Tapes”, intrecciate con sonorità tipiche del bagaglio di Steinebach. A questo va aggiunto che Martin ostenta la sua ferma volontà d’incanalarvi quanto mostrato con gli altri progetti paralleli, reperendo e reinventando cori eterei, arrangiamenti classici, ma anche istanti più caotici o sperimentali, nascondendo abilmente i differenti contributi in una massa eterogenea e perennemente cangiante, che trascina l’ascoltatore in un lungo e piacevole viaggio.

Sito web: https://www.facebook.com/LuceSiaLabel
(M/B'06)

CROPCIRCLE
Sideradelika
Download /CDr (Creative Fields Rec.)


Dopo qualche anno di silenzio, e probabilmente di maggiore focus su act di stampo metal come Winter Martyrivm e LaColpa di cui fa parte o è l’unico membro, Cecco Testa ritorna al suo progetto solista principale con questa nuova uscita, fatta di una mescolanza di dark ambient, drone e noise, disponibile su bandcamp oppure in confezione formato A3 su CDr limitato a 100 copie.
Le quiete vibrazioni glitch che pervadono il primo brano introducono una impercettibile danza di toni elettronici nel secondo pezzo, che evolve col terzo nella direzione di una muta ballata post rock riverberata, suonata in una landa desolata in cui si sente solo il rumore del vento. Dalla quarta traccia in poi l’album riparte verso scenari prettamente ambient di ampio respiro fatti di partiture malinconiche e polari fino al brano conclusivo dai toni marziali, con le sue percussioni che si intrecciano con muri sonori in crescendo. Prestano qui la loro eccellente opera Davide Destro (LaColpa) e la sua chitarra, nonché Daniele Santagiuliana per il mastering. Lavoro originale e ottimamente eseguito.

Sito web: https://www.facebook.com/cropcircle.ambient
(M/B'06)

GERSTEIN
Kiawaltz
Download (Old Captain)


Maurizio Pustianaz esce col suo progetto principale per l’ucraina Old Captain con una bella compilation che, oltre ad avere il dono della sintesi, riuscendo a tracciare in dieci brani un quadro impeccabile di quello che fu Gerstein nei suoi primissimi anni di vita, dall’86 all’89, riporta alla luce il lato tetro e a tratti brutale del musicista torinese. Gli spunti che si ritrovano sembrano ancora riecheggiare in innumerevoli pezzi che si sentono ancora oggi di artisti sulla carta più titolati, o semplicemente più fortunati, e questo la dice lunga su quanto fu interessante la scena musicale italiana dell’epoca, annoverando ad esempio artisti come i Sigillum S, con cui Pustianaz condivise non a caso uno split a cui appartengono i brani “Rose” e “The death of all fanatics” presenti in questa raccolta. Tra i più interessanti “The death network” che anticipa coi suoi campionamenti i break più ragionati dei Genocide Organ, e “Lo scarabeo alato”, che riporta alle atmosfere macabre che un decennio dopo furono riprese ed ulteriormente estremizzate da Marco Corbelli coi suoi Mörder Machine. Aprono e chiudono gli altrettanto interessanti pezzi iniziale e finale omonimi del debutto Phlegmaticus, sognanti e minimali e dagli strappi ruvidi.
Album fondamentale per chi si vuole avvicinare alla storia della musica post industriale italiana.

Sito web: https://noisebrigadeblog.wordpress.com
(M/B'06)

NDE
United
Download (Cold Spring)

Esce per Cold Spring la terza fatica, dopo ben sei anni di silenzio, di questo duo belga dedito a sonorità power electronics, intrise di vocals estreme, che ricordano i Control di Thomas Garrison, ma con ritmiche più accelerate, sulla scia di quanto di meglio sul tema han fatto vedere gruppi come i Genocide Organ ed i Navicon Torture Technologies. Il passaggio rispetto ai precedenti lavori è netto: le radici black metal vengono totalmente abbandonate in favore di un approccio totalmente rumoristico e senza compromessi, che non lascia scampo.
La copertina è più che mai indovinata ed eloquente, con soldati in mezzo ad una battaglia in sconfinate lande desolate e gelide, immagini che probabilmente si riferiscono alla campagna di Russia durante la Seconda Guerra Mondiale: nessun rifugio, pallottole che fischiano vicino alle orecchie ed un clima ostile ed insopportabile, sensazioni non così lontane da un ascolto ad alto volume di questo cd, che non abbassa mai il ritmo, per la gioia degli appassionati più radicali.

Sito web: https://myspace.com/voidofhatende
(M/B'06)

LONSAI MAÏKOV ‎
XXX - Music Is My Soul, Music Is My Religion
Cassetta (Luce Sia)


I francesi Thierry Jolif-Maïkov e Mathieu Broquerie danno finalmente sfogo al lato più sperimentale del loro progetto Lonsai Maïkov, tenuto celato per trenta lunghi anni, a favore di un percorso musicale dipanatosi fin qui su sentieri principalmente neo-folk, e lo fanno con la pubblicazione di una raccolta di brani su un arco temporale che va dal 1988 al 2014, grazie all’inestimabile lavoro del team di riesumatori di tesori della Luce Sia.
Dubbi sul fatto che i francesi ne fossero capaci probabilmente non ve n’erano, viste le loro composizioni sempre piuttosto “tossiche” nonostante il genere melodico trattato, tuttavia quello che avrebbero potuto fare è rimasto, salvo sprazzi isolati, solo nell’immaginario della loro audience, almeno fino ad oggi.
Quattordici brani, oltre un’ora di musica ed un percorso uditivo irto di ostacoli dall’inizio alla fine, senza punti di riferimento, ma ampi orizzonti kraut e declamazioni apocalittiche, in onore della musica, anima e sola religione del duo. Il sapore è quello di album come “Nature unveiled”, dove il suono è primitivo e profondamente rituale, e feedback vocali distorti creano una cappa opprimente che viene scandita da una elettronica essenziale e da grezze percussioni.
Il ritorno di questo progetto storico silente dal 2013 è tanto inaspettato quanto piacevole: la cerimonia si compie finalmente su questo nastro limitato a sole 100 copie impacchettato in busta formato A5 con download code e cartolina. Gemma imperdibile.

Sito web: https://www.facebook.com/lonsaimaikov
(M/B'06)

MARTYR LUCIFER ‎
Gazing at the flocks
Download / 2 CD (Seahorse Recordings, BlackHeavens Music)


Dopo cinque anni di silenzio si riaffaccia sulle scene il progetto di Martyr Lucifer, dando seguito all’ep “Leda and the swan” che anticipava sia l’omonimo brano poi esteso e diviso in due parti, che “Changes”, presente solo nella versione deluxe su doppio cd. I Martyr Lucifer sono una band che riunisce sotto la guida di Martyr membri da paesi molto diversi, la bassista e cantante ucraina Leìt Shivaite, autrice anche dell’artwork del disco, il batterista svedese Adrian Erlandsson (attivo anche negli At The Gates, ex Paradise Lost, Cradle of Filth e Brujeria) ed il chitarrista ungherese Alexios Naagarum: dal debutto che coniugava gothic rock ed heavy metal, si giunge ora ad una mescolanza interessante e riuscita di elementi alternative, post-rock/punk/metal e wave con brani davvero difficili da inquadrare in maniera compiuta. Il bilanciamento dei suoni è ottimo e posto in primo piano dall’ottimo lavoro di registrazione ad opera di Simone Mularoni presso il Domination Studio di San Marino. Va chiarito che la significativa svolta del gruppo non va in una direzione più commerciale benché meno aspra rispetto al passato, bensì più raffinata ed evoluta dal punto di vista compositivo ed esecutivo: gli arpeggi di chitarra si coniugano perfettamente col synth e le incursioni della doppia cassa uniti in una visione melodica ed emozionale che lascia senza fiato, specie nei momenti in cui Leìt si inserisce con la sua meravigliosa voce. Il secondo cd invece riprende sia i nuovi brani che alcuni più datati, inclusa la cover “Lady Bird” di Lee Hazelwood e Nancy Sinatra, riproponendoli in versioni più legate all’ambito wave, forse anticipando un ulteriore passaggio futuro.
Sito web: https://www.facebook.com/MartyrLucifer
(M/B'06)

MULO MUTO
Decomposing Cacaphonies
Cd (L'é Tütt Folklor Records; Luce Sia)

Ritorna il duo Attila Folklor, Joel Gilardini, tramite la collaborazione delle due etichette elvetiche Luce Sia e L'é Tütt Folklor Records, quest’ultima facente capo proprio ad Attila. Dopo la precedente collaborazione con SShe Retina Stimulants, sempre sotto Luce Sia, Mulo Muto ha subito una significativa trasformazione, passando da progetto noise/ambient/drone ad una manifestazione meno statica, con una vivace vena power electronics.
Come si evince dal titolo, l’album è un interessante concept sulla decomposizione delle cacofonie, che richiama alla mente l’idea di destrutturazione portata avanti da Gianluca Becuzzi coi suoi Limbo in “Unholy Rituals”, creando però allo stesso tempo un parallelismo attraverso i singoli brani con la decomposizione organica dei cadaveri, attraverso titoli che ricordano da vicino quelli degli storici Carcass. Il risultato è un’unica devastante suite da 66 minuti, separata digitalmente in otto tracce in un crescendo di caotico e appunto, cacofonico gore noise.
Dalla prima suite placida e inquieta allo stesso tempo, si sale in un crescendo inarrestabile che si attesta su uno stabile muro sonoro dalle frange variopinte, che costituisce una sorta di viaggio alienato.
Nella seconda parte del cd il muro si frantuma in una serie di rasoiate che conferiscono un ritmo visionario e quasi mistico alle successive suite, che a tratti riprendono la densità rumoristica della parte centrale, senza dare mai requie all’ascoltatore, se non nel minuto conclusivo.

Sito web: https://www.facebook.com/MuloMuto
(M/B'06)

NECROMISHKA
The space between us
CD (999 cuts)

Michael Zolotov, noto per il suo ultradecennale progetto power electronics Kadaver, unisce le forze per questo debutto con Tamar Singer, che ha all’attivo i progetti folk/doom metal Cruel Wonders e ambient/folk Zeresh, nonché alcune collaborazioni con vari gruppi tra cui i nostrani Albireon, come performer vocale o chitarristico.
L’ambito in cui si muove il duo è quello industrial/neo-folk: non ci si deve però far ingannare da questa etichetta pensando che si tratti dello sfogo di un musicista senza compromessi come Zolotov per fare d’un tratto musica melodica e melensa. Lo scenario che si apre è infatti costituito da stratificazioni e riverberi sonori sì malinconici, ma che indugiano in momenti assolutamente indigesti e abrasivi, anche se costantemente permeati da un alone di profonda malinconia. Non è un album di semplice lettura o assimilazione, e nasconde risvolti profondamente tetri che emergono già dalla copertina dell’album e del cd, entrambe ad opera dello stesso Zolotov e dal logo della band in cui capeggia un orsetto di peluche impiccato: ha il sapore dell’alienazione e della solitudine, pur incorporando sottotraccia sensazioni più tenui e riflessive attraverso gli sporadici arpeggi di chitarra acustica di Tamar, che prevalgono in “Them roots”, a cui si arriva coi timpani ed il cervello già irrimediabilmente compromessi dall’esposizione ai colpi di brani precedenti come “Blood room”.
Album profondo e doloroso.

Sito web: https://www.facebook.com/Necromishka
(M/B'06)

NOISEBRIGADE ‎
Selected resistors
Download (Der Klang Records)

Il progetto electro di Maurizio Pustianaz, noto per i suoi Gerstein e “A New Life”, esce ancora una volta in digitale con una compilation che raccoglie il decennio appena trascorso, evidenziando l’ultima sterzata in ordine di tempo verso contaminazioni techno, senza tralasciare l’approccio al suono analogico attraverso lidi synth-wave e synth-pop. Nonostante l’apparente semplicità delle strutture create, il sound è assolutamente corposo e variegato e le strutture dei singoli brani mai banali, dal groove di “New Co” al breakbeat di “I Robot”, oltre alle melodie nostalgiche di pezzi come “Inside trader” o “Hierophant’s nebula”. “Select resistors” ospita inoltre ben quattro brani inediti, “Wrench”, “Fragments”, “No human” e “Fragmented”, che ricalcano lo spirito di continua ricerca ed evoluzione, specialmente del suono, che permea questo interessante progetto.
La raccolta dura ben 76 minuti ed è probabilmente la sintesi migliore del lavoro di Maurizio come Noisebrigade, perfetta per chi si vuole avvicinare a questo genere, ma anche per gli intenditori che queste atmosfere le hanno vissute sin dagli esordi di questo genere musicale.

Sito web: https://noisebrigadeblog.wordpress.com

(M/B'06)

PSYCHO KINDER
Diario ermetico
CDr / Download (Fonetica Meccanica)

Dopo l’uscita della raccolta di remix dal titolo “ExTension”, Alessandro Camilletti dà nuovamente voce al suo progetto, avvalendosi questa volta del contributo di Deca (Federico De Caroli) per la parte musicale, in linea con la sua idea di canzoni come espressione della poetica attraverso i testi, tutti ad opera di Camilletti, tranne per il quarto brano scritto dal poeta Luca Ormelli, ed annegati in un contesto musicale necessario e profondamente cangiante di volta in volta, grazie a contributori sempre diversi. In quest’ultimo caso, dopo il post punk degli esordi e le fisiologiche oscillazioni di “ExTension”, si va verso una direzione ambient/industrial minimalista, con incursioni di pianoforte, che pone ancor più in risalto rispetto al passato i testi, i quali traggono ispirazione dai presocratici, da Cioran, Andrea Emo, Carlo Michelstaedter, Schopenauer e dalla Bibbia, mentre nell’undicesima traccia si ritrovano estratti da pellicole celebri come “Solaris” di Tarkovskij, “Il posto delle fragole” di Bergman, “El topo” di Jodorwsky, nonché la lettura di un estratto dei Canti Pisani di Pound ad opera di Pasolini. Riflessioni sull’esistenza in un mondo oramai incomprensibile.

Sito web: https://www.facebook.com/psychokinder
(M/B'06)

SHE SPREAD SORROW
Midori
CD (Cold Spring)


A circa un anno di distanza dal riuscito ed apprezzato “Mine” Alice Kundalini, la propagatrice di tristezza e pena, riapre le danze con un nuovo disturbante album dal titolo “Midori”, tramite la Cold Spring che conferma la fiducia in questa artista.
I sei brani attingono a quello che oramai è noto come il marchio di fabbrica di Alice, ossia una proposta musicale che attinge al death industrial ed al power electronics, ma smussandone le prominenze più indigeste, un po’ sulla scia di gruppi come gli Ex.Order. A ciò si aggiunge la sua inconfondibile voce sussurrata che, come uno strumento aggiuntivo, affoga i suoni dilatati in una nebbia oscura che crea un continuum con i precedenti lavori, ma segnando un ulteriore passo in avanti dal punto di vista della personalità e delle atmosfere, che sterzano verso ambientazioni più schiettamente rituali e con una più vasta ricerca sonora.
L’impronta di Alice viene fuori alla distanza e marca il solco coi maestri del genere aprendo nuovi scenari, che vanno in una direzione molto personale fatta di vita vissuta, traumi e gusti personali. Chi ha apprezzato i precedenti lavori, non potrà che amare questo nuovo viaggio.

Sito web: http://shespreadsorrow.wordpress.com
(M/B'06)

SIGILLUM S
The Irresistible Art of Space Colonization and its Mutation Implications
LP/CD/Tape (Transmutation LTD)


A distanza di due anni dal monumentale trittico di ‘Astronomic Horror/Iron Catastrophe Spectators/Demonology’, ritorna in studio lo storico progetto meneghino sulle scene dal lontano 1985, che oggi vede schierato - a supporto dei due membri fondatori Eraldo Bernocchi e Paolo Bandera - il terzo elemento Bruno Dorella (già in Bachi da Pietra, Wolfango, Ronin, Lava ed OVO). Proposto in tre accattivanti versioni su CD, LP e nastro custodito in argenteo box metallico serigrafato, il nuovo opus targato Sigillum S sfodera sin dallo splendido artwork di Petulia Mattioli il suo carattere altamente visionario, questa volta incentrato sul futuro sviluppo di colonie umane extra-terrestri, e sulla loro lotta per la sopravvivenza in ambienti spazio/dimensionali dalle insidie tanto ignote quanto potenzialmente pericolose. Sin dai primi layers dell’introduttiva ‘Occult Strange for Pan-Dronic Glossalia’, accompagnati nel mio caso dalla lettura del concept nato dalla mente di P NG5361 Bandera, la mente viaggia idealmente alla pellicola ‘Interstellar’ del 2014 diretta da Cristopher Nolan, incentrata proprio sulla necessità di esplorare nuove aree vitali per l’umanità a causa di un progressivo quanto irreversibile peggioramento del clima terrestre, devastato da decenni di incuria e suicida sfruttamento delle risorse naturali. Fantascienza o realtà nemmeno troppo lontana? I nove capitoli di ‘The Irrestible Art…’ sembrano esplorare tali inquietanti futuristici (ma forse nemmeno troppo) scenari, regalandoci una colonna sonora quanto mai adatta a dipingere in suoni e ‘non-suoni’ quello che potrebbe diventare un ormai inevitabile futuro apocalittico per l’intero genere umano.
Il nuovo lavoro di Sigillum S, pur non venendo meno alle consuete atmosfere post-industriali dai forti connotati rituali che da sempre caratterizzano il progetto, segna in parte una certa discontinuità con il passato; immergetevi in ‘Wrong Proto - Matter Gravitation’ ed ancor meglio nel beats incalzanti e frammentati della tostissima  ‘When Comets Become Organic Households’, e scoprirete come la nuova cifra stilistica del trio converga verso quei territori cosiddetti ‘I.D.M.’ tipici di label quali ad esempio Ant-Zen od ancor meglio Hymen, peraltro sua sussidiaria. Tutto ciò, come si diceva, senza abbandonare le tipiche arie oscure e rituali del passato (‘Immortality’), né tantomeno le granitiche e disturbanti  divagazioni industriali che emergono talvolta con prepotenza nel corso del lavoro, sin dall’iniziale ‘Occult Strange for Pan-Dronic Glossalia’. Non mancano infine frangenti di quiete sospesa, come in ‘Through the Endless Stream of Satellite Euphoria’, lunga parentesi di taglio ambientale animata man mano da pulsanti bassi rallentati ed incursioni di fiati di ‘deathinjuniana’ memoria. Il verbo di Sigillum S si riattualizza ulteriormente in ‘The Irresistible Art…’ dimostrando di essere un amalgama sonoro in costante evoluzione e mutazione, cosa peraltro già evidente in dischi del passato più o meno recente come ’23/20’ e la suddetta trilogia del 2016. Con il download digitale di Bandcamp, previsto per ognuno dei tre formati a favore degli acquirenti on-line, otterrete anche la decima traccia bonus di ‘Intra-Dimensional Mining’; vi consiglio inoltre la visione del video di "When Comets Become Organic Households” curato da Federico Salsano, reperibile all’indirizzo https://youtu.be/zMpN__5jJTE.
Nel caso in un futuro non troppo lontano l’azoto dovesse prevalere sull’ossigeno e fossimo costretti a migrare verso satelliti inesplorati, la colonna sonora da portarsi dietro é già tra le nostre mani, la migliore tra tutte quelle possibili.

Info: http://www.sigillum-s.com/Sigillum_S.html
(Oflorenz)


TUNNELS OF ĀH ‎
Charnel transmissions
CD (Cold Spring)

Quarta uscita per il progetto di Stephen Āh Burroughs che questa volta concentra i propri sforzi sulle registrazioni ricavate dalle trasmissioni a onde corte provenienti da stazioni radio probabilmente utilizzate durante la guerra fredda dalle agenzie governative per comunicare con le proprie spie.
Cinque lunghe suite da mediamente nove minuti l’una costituiscono lo scenario dove si intrecciano le percussioni rituali di Francis P., con incursioni di elettronica tagliente che concorrono a creare un’atmosfera straniante, fatta di riverberi stratificati, più variegata rispetto a quanto mostrato ad esempio in “Thus Avici”, specie nella iniziale “Homage to the landfill dogs”. Le successive “Stations of the Skin-Bag”, pervasa da frequenze telluriche, e “Kosmiglot”, più dinamica, richiamano invece pienamente le tipiche atmosfere alienate del primo Maurizio Bianchi. “Here is the heap” ha toni subliminali, coi suoi alti e bassi, mentre l’abrasiva “Fissuring-Genesis-Great-Power” chiude l’album coi suoi loop e le sue dissonanze.
Lavoro interessante e originale.

Sito web: https://www.facebook.com/TheTunnelsOfAh
(M/B’06)