Web-zine di musica, cultura, arte e tutto l'universo oscuro

 

LA SACRA DI SAN MICHELE:
Un viaggio fuori dal tempo nella Valle di Susa, a pochi chilometri da Torino

Fotografie by Oflorenz

GALLERY



Consigliamo a tutti coloro che si trovino nella zona del capoluogo piemontese per qualche giorno di dedicare una mezza giornata alla visita di questo luogo sacro e misterioso, siamo certi non avranno di che pentirsene!


Ecco alcuni cenni storico/artistici (Fonte: Wikipedia):


Le fasi iniziali della nascita della Sacra di San Michele sono incerte e avvolte in un'alternanza di storia e racconti leggendari. Lo storico più antico fu un monaco Guglielmo, vissuto proprio in quel cenobio e che, intorno alla fine del XI secolo, scrisse il Chronicon Coenobii Sancti Michaelis de Clusa. In questo scritto, la data di fondazione della Sacra è indicata nel 966, ma lo stesso monaco, in un altro passo della sua opera, afferma che la costruzione iniziò sotto il pontificato di papa Silvestro II (999 - 1003), in precedenza abate dell'abbazia di San Colombano di Bobbio.
Per quanto concerne la data di fondazione, alcuni studiosi sono orientati ad identificare negli anni 999-1002 il periodo in cui nacque questa abbazia, mentre per altri la data di fondazione dovrebbe essere anticipata agli anni 983-987. In sostanza quindi l'origine vera e propria della costruzione risale al tempo in cui visse Giovanni Vincenzo, tra la fine del X e l'inizio dell'XI secolo.
Accanto al sacello più antico, Giovanni Vincenzo ne realizzò un altro che è l'ambiente centrale della cripta. Gli studiosi tendono ad attribuire questo ambiente a Giovanni Vincenzo in quanto le nicchie, gli archetti e le colonnine richiamano motivi analoghi propri dell'architettura bizantina, e l'eremita probabilmente soggiornò nella città di Ravenna o in una qualche diocesi del ravennate. Nei decenni successivi fu costruito un piccolo cenobio che ospitava pochi monaci e poteva accogliere qualche pellegrino. Questa costruzione è dovuta alla magnanimità e alla fede di Ugo di Montboissier.
Nei decenni successivi, la struttura dell'abbazia, affidata ai Benedettini, si sviluppò progressivamente dando asilo ai pellegrini e protezione alle popolazioni della zona. Nel XI secolo fu infatti costruito l'edificio della foresteria, staccato dal monastero, e in grado di accogliere i numerosi pellegrini che, percorrendo la via Francigena, vi salivano per trovare ristoro fisico e spirituale. Un grande impulso fu dato dall'abate Adverto di Lezat (diocesi di Tolosa) chiamato da Ugo di Montboissier a dirigere il primo cenobio. Probabilmente l'architetto Guglielmo da Volpiano realizzò il progetto della chiesa posta sopra le tre preesistenti. Il periodo interessato da questo sviluppo è compreso tra il 1015 e il 1035.
Il Monastero Nuovo, oggi in rovina, venne edificato sul lato nord e aveva tutte le strutture necessarie alla vita di molte decine di monaci: celle, biblioteca, cucine, refettorio, officine. Questa parte del complesso si trova nel posto in cui probabilmente sorgeva il castrum di epoca romana. Di questa costruzione rimangono ora dei ruderi affacciati sulla Val di Susa: era un edificio a cinque piani, la cui imponenza è manifestata dai muraglioni, dagli archi e dai pilastri. Svetta, su tutte le rovine, la torre della Bell'Alda, oggetto di una suggestiva leggenda: una fanciulla, la Bell'Alda appunto, volendo sfuggire dalla cattura di alcuni soldati di ventura, si ritrovò sulla sommità della torre. Dopo aver pregato, disperata, preferì saltare nel burrone piuttosto che farsi prendere; le vennero in soccorso gli angeli e miracolosamente atterrò illesa. La leggenda vuole che, per dimostrare ai suoi compaesani quanto era successo, tentasse nuovamente il
volo dalla torre, ma che per la vanità del gesto ne rimase uccisa.
L'abate Ermengardo, che resse il monastero dal 1099 al 1131, fece realizzare l'opera più ardita di tutta l'imponente costruzione, l'impressionante basamento che, partendo dalla base del picco del monte, raggiunse la vetta e costituì il livello di partenza per la costruzione della nuova capiente chiesa. Questo basamento è alto 26 metri ed è sovrastato dalle absidi che portano la cima della costruzione a sfiorare i 1000 metri di altitudine rispetto ai 960 del monte Pirchiriano. La nuova chiesa, che è anche quella attuale, è stata eretta su strutture possenti e sovrasta le più antiche costruzioni che sono state così inglobate. Questa costruzione dovette richiedere molti anni e il trascorrere del tempo è documentato nel passaggio che si trova all'interno delle campate tra il pilastro cilindrico e quello polistilo e nel variare del gusto che passa dal romanico al gotico sia nelle decorazioni che nella forma delle porte e delle finestre. Il lavoro
durò a lungo e fu più volte interrotto a causa delle difficoltà che si incontravano nella realizzazione di un'opera tanto imponente; in particolare richiese molto tempo la costruzione del basamento e delle absidi, che furono costruite per prime con la prima campata sostenuta da due pilastri rotondi. Tutto questo ha comportato, nelle navate, il sovrapporsi di tre tipi di architettura: uno stile romanico con caratteristiche normanne, uno stile romanico che si può definire di transizione, ed infine uno stile gotico francese.
Tra il 1120 e il 1130 lavorò alla Sacra lo scultore Niccolò. Dal protiro, altissimo a più piani, si accede allo Scalone dei Morti, così chiamato perché anticamente era fiancheggiato da tombe. Qui si trova la Porta dello zodiaco, con gli stipiti decorati da rilievi dei segni zodiacali, che all'epoca erano un modo per rappresentare lo scorrere del tempo (quindi una sorta di memento mori). In questi rilievi, simili a quelli dei popoli fantastici nella Porta dei Principi di Modena, si riscontrano influenze del linearismo della scuola scultorea di Tolosa.
Gli interventi fatti per adattare lo sviluppo architettonico al particolare ambiente costituito dalla vetta del Pirchiriano hanno portato al rovesciamento degli elementi costitutivi fondamentali. In tutte le chiese la facciata è sempre localizzata frontalmente rispetto alle absidi poste dietro l'altare maggiore e contiene il portale di ingresso; al contrario, la facciata della Sacra si trova nel piano posto sotto il pavimento che costituisce la volta dello Scalone dei Morti. La facciata è sotto l'altare maggiore, ed è sovrastata dalle absidi con la Loggia dei Viretti, visibile dalla parte del monte rivolta verso la pianura Padana.