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Tempo di reunion anche per alcune band italiane nate negli anni '80, ora tocca ai romani Style Sindrome, di cui è uscita una raccolta in vinile che raccoglie il loro due demotapes uscite all'epoca.

intervista by Nikita

Raccontateci brevemente la storia dei Style Sindrome.
Gli Style Sindrome nascono a Roma nel 1980. Anna Di Stefano (cantante), Stefano Curti (chitarrista, in seguito bassista) e Massimo Frezza (sassofonista e tastierista) si erano incontrati poco tempo prima nei TM Spa, mentre invece Giorgio Mastrosanti (chitarrista) proveniva dagli Elektroshock, una delle prime band italiane orientate al punk. Insieme al batterista Raimondo Mosci parte il loro progetto musicale dark wave. Il gruppo riesce immediatamente ad attrarre l'attenzione del pubblico, dei critici, degli "addetti ai lavori" dell'epoca. Quasi subito inizia la collaborazione con Roberta di Nicola e Franco Giordano, che diede vita anche al look degli Style Sindrome, di cui si ricorda in particolare la versione "neoprussiana" utilizzata nel videoclip Una Squillo per Christian (prodotto dalla Rai nel 1982 per la trasmissione Mr. Fantasy). Ma nonostante il buon feedback, nonostante i due bellissimi demo-tapes suonati in continuazione dalle radio libere romane (in gran parte pubblicati soltanto nel 2012), gli Style Sindrome dopo aver pubblicato il brano Waving In The Dark nella compilation Gathered, edita da Rockerilla, vivono una fase di stallo in cui non sembra accadere più niente. Vanno a vedere Siouxsie and the Banshees a Milano e con l'occasione consegnano a Steven Severin un demo-tape, accompagnato da una lettera in cui dicono di volersi trasferire a Londra per fare musica. Steven Severin risponde a questa lettera dopo alcune settimane, dicendo che il nastro gli è piaciuto e che ha particolarmente apprezzato A Mysterious Design e di farsi sentire se si trasferiscono a Londra.
Il resto è storia: Stefano e Anna partono per Londra diversi mesi più tardi, convinti che in Italia non possa esserci futuro per una band come la loro.

Quando avete sciolto gli S.S. avete abbandonato la musica? Oppure avete avuto altri progetti musicali?
Nessuno di noi ha mai abbandonato la musica, in tutti questi anni. La passione profonda per la musica è il legame che ci tiene indissolubilmente uniti anche dopo una breve pausa di 30 anni! Stefano e Anna a Londra formarono i Rhythm and Faith, una goth band annoverata nella scuderia di Future Records con il 12" Time To Run, pubblicato nel 1983. Hanno poi attraversato una fase più industrial con il progetto Eversione, presente con il brano Frontiera nella compilation Earthly Delights, Sterile Records. Successivamente presero strade diverse. Stefano fondò la Vibraphone Records, che produsse buona house music/elettronica e in seguito diede vita al duo Bio Muse. Anna invece si iscrisse all'università di Londra e per qualche anno cessò di fare musica, cominciandosi a interessare all'opera lirica e allo studio del canto. Nel frattempo a Roma Massimo e Giorgio misero su un duo, gli Options, utilizzando basi registrate, facendo cose più elettroniche e sperimentali. Massimo cominciò in quel periodo a usare il sax soprano processato in un MS 20 e in un vocoder. Ha avuto poi tantissime collaborazioni con altri musicisti, GiGi Parravicini, Tonino Amendola, gli Andorra e i Soft Media. Giorgio ha partecipato nel corso del tempo a diversi progetti di tipo multimediale/teatrale tra i quali "Postmetropoli", "Tuonen Turtar II" dei "Samurai of Prog". Raimondo continuò a occuparsi di musica, prima continuando a suonare con vari gruppi (Monodroma e Kim Squad tra gli altri) e poi diventando un ottimo fonico e lavorando con tantissimi musicisti.



Vi siete da poco riformati, qual è il motivo che vi ha spinto a ritornare sulle scene?
Anche se non ne eravamo consapevoli, col senno di poi possiamo affermare di aver sempre sperato, nel più profondo di noi stessi, di poter riprendere questo progetto prematuramente abbandonato. La miccia è stata innescata dalla decisione di pubblicare i brani inediti nella raccolta A Mysterious Design. Una volta ultimato l'album, prepararsi a suonarlo dal vivo è stata la logica conseguenza, fortunatamente resa possibile dall'entrata a far parte del gruppo del bassista Davide Messina, ex membro fondatore dei Chants of Maldoror (attualmente attivo anche nei Sorry, Heels) che si è unito con grande entusiasmo al nostro ensamble. Il bassista Stefano Curti, unico assente giustificato, attualmente residente negli Stati Uniti, continua ad essere parte di questo progetto (che come abbiamo visto non conosce limiti spazio-temporali). Confidiamo che possa dare un importante contributo, soprattutto nella delicata fase di produzione del nuovo materiale.

Com' era la scena alternativa romana degli anni '80?
Ovviamente in quegli anni c'era molto fermento, ma Roma è sempre stata una città dispersiva che non riesce a sfruttare le risorse di cui dispone. Con tutto il potenziale interessante che c'era si sarebbe dovuto "quagliare" molto di più!

Invece come vedete l'attuale scena? A me sembra che Roma non sia una città facile per nessun musicista. Ma per la scena alternativa probabilmente oggi Roma è una città ancora più difficile di quanto lo fosse negli anni Ottanta.

Avete optato per la stampa su vinile del vostro materiale, per quale motivo?

Beh, diciamo che, essendo musica prodotta negli anni '81 e '82, il vinile era la morte sua.

Avete in programma di produrre un album con brani nuovi?
Assolutamente sì, stiamo lavorando ai nuovi brani e non vediamo l'ora di poterli registrare!

Avete già fatto qualche concerto a Roma e Modena, sono in programma altri concerti?
Siamo veramente felici di come il pubblico risponde ai nostri concerti e vorremmo poter suonare in tutta Italia! Suoneremo dal vivo a Radio Rock a Roma giovedì 7 novembre alle ore 24:00 e saremo all'Exenzia Rock Club a Prato (FI) sabato 9 novembre; poi abbiamo diverse date in ballo che speriamo ci vengano confermate il più presto possibile.

Aspettative e delusioni del vostro rientro sulle scene?
Veramente all'inizio non avevamo alcuna aspettativa. Eravamo così felici di poter suonare di nuovo insieme che già questo andava oltre ogni nostro possibile desiderio. Poi avremmo voluto trovare più spazi per continuare a suonare dal vivo, avremmo voluto fare tantissimi concerti per rimetterci in pari con tutto l'arretrato … ma non siamo riusciti a trovare subito i canali giusti e stiamo faticando ancora, sebbene stia diventando sempre più facile.

Grazie per l'intervista, se volete aggiungere qualcosa che volete comunicare direttamente ai nostri lettori vi lasciamo lo spazio a disposizione.
Siamo grati a Pierpaolo De Julis per aver contribuito a far accadere il miracolo della nostra reunion, per essersi ricordato degli Style Sindrome e averci proposto di pubblicare l'album A Mysterious Design per Synthethic Shadows Records. Siamo grati anche ad Alexander Louis di Infrastition per aver creduto nel nostro progetto, aiutandoci a diffonderlo ulteriormente con la pubblicazione del cd. Ringraziamo inoltre tutti coloro che ci stanno scoprendo, riscoprendo e apprezzando, con una tifoseria e una passione che ci riempiono di soddisfazione e di carica per i nostri prossimi 30 anni! www.stylesindrome.it

STYLE SINDROME
s/t LP

(Synthetic Shadow Rec.)

E’ sempre bello ricevere in redazione dei vinili da recensire, soprattutto se poi si tratta di un disco interessante come questo degli Style Sindrome, band romana, attiva già nei primi anni ‘80, caratterizzata da un sound che richiama molto i Siouxsie and the Banshees del periodo di “Juju” e “Join Hands”. La band capitolina, dopo aver fatto uscire due demotape, nel 1981 e 1982, ha partecipato alla mitica compilation “Gathered” (con “Waving in the dark”) edita da Rockerilla e poi ristampata qualche anno fa in CD da Spittle record. Negli anni '80 dopo aver fatto concerti in tutta Italia appaiono anche a “Mister Fantasy” contenitore musicale cult dell'epoca. Ma parliamo del disco! Gli Style Sindrome hanno ben pensato di riportare alla luce, con questo vinile, sette brani registrati 30 anni fa ed estratti dai loro due demo-tape autoprodotti, ormai introvabili. I brani non hanno perso d’impatto nel tempo, anzi hanno acquistato valore. “Pressing desire”, “We two”, “Shining”, “A mysterious design” sono quelli che preferisco. Questo album, oltre a ricordare chi erano i Style Sindrome, è un biglietto da visita
della band che si è da poco riformata. Questo vinile è un gioiello che tutti i cultori della dark wave dovrebbero avere nella loro collezione. Sito web: http://www.stylesindrome.it/
(Nikita)

intervista pubblicata in data: 17 ottobre 2013