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UMBERTO NEGRI

Intervista by Nikita

Umberto Negri, bassista e confondatore insieme a Zamboni e Ferretti dei CCCP- Fedeli alla Linea, torna alla ribalta grazie al libro "IO E I CCCP", uscito per la Shake edizioni, e ad alcuni live acustici dove reinterpreta i brani di "Ortodossia" e "Affinità-divergenze....".
Il suo prossimo concerto di Umberto Negri sarà il 26 Novembre a Berlino, città dove è nato il mito della band emiliana. Quindi non abbiamo perso tempo a intervistare Umberto per sapere il perchè del suo gradito ritorno e di svelarci chi erano per lui i CCCP.

 

Qual è il motivo che ti ha spinto a scrivere "Io e i CCCP"?
I motivi sono diversi. Innanzitutto l'insistenza e la tenacia di Gomma Guarnieri e la voglia di lasciare a mio figlio una testimonianza dell'esperienza CCCP e poi, lo ammetto, anche la vanità di vedere le mie foto stampate su un libro! Quando “Io e i CCCP” è uscito mi sono reso conto del significato di avere un libro pubblicato e che tutta la fatica fatta era stata ripagata in quanto una parte di me ora viveva, ad esempio, nelle raccolta delle biblioteche civiche di Reggio Emilia e di Carpi. Inoltre il libro mi ha fatto scoprire di avere tanti fan inaspettati che, oltre che dai CCCP, sono stati influenzati nella loro vita proprio dalle cose che avevo fatto suonando il basso.

Hai lasciato i CCCP nel periodo in cui stavano firmando per la Virgin. Hai scritto nel tuo libro che l'hai fatto per questioni di salute. Hai mai pensato, dopo molti anni che ti sarebbe piaciuto rimanere o pensi ancora oggi che era destino che finisse così?
Non proprio per regioni di salute, diciamo che non reggevo più. Mi sentivo a disagio, non mi divertivo più e la situazione era talmente pesante che si ripercuoteva sulla mia salute. Per come sono andate le cose non mi dispiace di essermene andato. Mentre scrivevo il libro mi sono reso conto di quanto ancora oggi sia stimato "Affinità Divergenze" rispetto ai dischi successivi. Alla fine però non è stato il mio abbandono a cambiare l'anima del gruppo, come pensa qualche appassionato, ma più probabilmente il rapporto con la Virgin che ha contribuito a modificarne l'energia, l'essenza. All’epoca pensavo che i CCCP fossero abbastanza forti da riuscire a fronteggiare una Major discografica, adesso non ne sono più così sicuro e mi rendo conto che anche io, se fossi rimasto, sarei stato in qualche modo travolto dalle pressioni.
Esiste però un’altra possibile interpretazione: quando ne sono uscito i CCCP erano in una fase di stasi. Avevamo raggiunto praticamente tutti gli obiettivi alla base della nostra scommessa iniziale, era finita una fase e bisognava inventarne un’altra, il momento magico della creatività si era come esaurito dopo quei primi tre anni.
Non credo nel destino! È solo una palla consolatoria! Sono le scelte, la volontà e la casualità che determinano gli avvenimenti. Le sliding door e i bivi della vita determinano avvenimenti completamente diversi e non si può sapere che cosa sarebbe successo se non si fosse scelta una strada piuttosto che un'altra. Poi ci sono le coincidenze, come l'avere incontrato Gomma Guarnieri al mare 4 anni fa, ambedue alle prese con un figlio piccolo. Da questo incontro è nato il libro e in seguito l'idea di portare in giro le canzoni dei CCCP in versione acustica. Non avrei mai immaginato di tornare a suonare a Berlino come succederà il prossimo 26 Novembre! Tornando alle sliding doors, ritengo di avere vissuto fino ad ora una vita tutto sommato bella e ricca, con momenti migliori e momenti peggiori, ma lamentarmi sarebbe un insulto a chi è stato meno fortunato di me. Diciamo che sono un po' un solitario, amo fare le cose da solo e non mi è mai piaciuto seguire “il gruppo”, quale che sia.

Dopo aver lasciato i CCCP hai lasciato del tutto la musica?
Di fatto sì. Dopo qualche mese dalla separazione mi sembrava che qualunque tentativo in ambito musicale sarebbe stata riduttivo rispetto a quello che avevo fatto prima. Il mondo è pieno di cose da scoprire, da vivere, da sperimentare. Ho deciso di affrontare il mondo del lavoro e seguire le attività e gli interessi che di volta in volta mi appassionavano. La creatività è una cosa strana, non puoi determinarla! Le idee musicali, come d'altra parte tutte le idee, nascono nella testa autonomamente, molto condizionate dal contesto in cui si vive. Non si può decidere a tavolino di essere creativi e dire “adesso mi metto lì e creo una canzone”. In questo modo nascono solo le cose “di mestiere” e non di “cuore”.

Sei rimasto in contatto con Zamboni e Ferretti? Come giudichi i dischi fatti da “Socialismo e Barbarie” in poi? e quelli dei CSI?
Per un po' di anni sono rimasto in contatto soprattutto con Zamboni, poi la vita porta su strade diverse. Per quanto riguarda i dischi, li ho apprezzati quando sono usciti: ero contendo che i CCCP fossero ancora vivi e che la storia avesse un seguito. Considera poi che “Socialismo e Barbarie” ha ancora molte canzoni nate nei primi anni e che questioni di spazio non sono entrate in “Affinità Divergenze”: Radio Kabul, Tu Menti, Stati di Agitazione, Manifesto e Hong Hong. Alcune sono rimaste molto simili alle versioni originali mentre altre, come Manifesto, sono state pesantemente modificate proprio nello spirito, creando cose gradevoli ma meno energetiche. Anche nell’LP “Canzoni Preghiere Danze” ci sono echi del primo periodo, in particolare sono rimasti alcuni testi. Per esempio in “BBB” viene ripreso il testo di “E’ tempo di Disprezzo” una canzone scritta addirittura prima del mio ingresso nel gruppo. Nel testo originale però non c'erano anglicismi e la canzone si stoppava secca dopo "aspettando un passaggio". Anche “E' vero” è il riciclaggio di un testo e la versione originale si può ascoltare sul CD Live in Punkow.
Riascoltando adesso i dischi successivi ad “Affinità divergenze”, mi sembra però che si sia voluto arrangiare toppo, abbandonando spesso il rigore stilistico tipico dei primi CCCP. Ho ascoltato e spesso apprezzato anche i CSI, alcune cose sono molto pregevoli, altre più lontane dalla mia sensibilità, ma se non avessi conosciuto i protagonisti della band forse non li avrei conosciuti più di tanto: non sono mai stato un appassionato di musica italiana. A dire il vero nemmeno Ferretti e Zamboni lo erano, ai tempi non ascoltavamo mai musica italiana e di fatto snobbavamo i fan che ne erano necessariamente appassionati e quindi ci ascoltavano!
A mio modo di vedere c’è una continuità evidente tra CCCP e CSI, ma con l’ingresso di Maroccolo, Magnelli e Canali è aumentato ancora di più il distacco dalle origini, musica troppo "sinfonica" per i miei gusti. I CCCP all’inizio lavoravamo essenzialmente per sottrazione, non per somma: si cercava di non mettere una nota, una parola in più del necessario, era un’esigenza stilistica che condividevamo pienamente. In ogni modo alcune canzoni dei CSI sono stupende.

Cosa ne pensi del cambiamento fatto da Ferretti e della sua conversione religiosa?
Ma c'è stata davvero una conversione? Secondo me è stata solo una radicalizzazione di quello che già esisteva. Quando ero nei CCCP Ferretti, pur non andando a messa, era già propenso a una visione mistica della vita. Diciamo che in questi anni io ho fatto un percorso specularmente opposto a quello di Ferretti. Lui si è radicalizzato nel cattolicesimo e io nel laicismo. Potremmo criticarci a vicenda ma non servirebbe a molto. Stimo e voglio bene a Ferretti, anche quando non condivido quello che dice.

Mi piacciono le tue fotografie usate per illustrare "Io e i CCCP". Grazie a queste hai fissato un periodo indimenticabile. Oggi hai ancora la passione per la fotografia?
Ho fatto per anni fotosub con qualche soddisfazione. Devo dire che invece sono rimasto molto spaesato dalla fotografia digitale e solo da poco sto cercando di recuperare il piacere del guardare il mondo da dietro la macchina fotografica. Certo che i CCCP erano un soggetto ideale: con la vita che faccio adesso probabilmente sono altri gli strumenti più adatti ad esprimermi.

Qual è il brano dei CCCP a cui ti senti più legato?
Mi piacciono tutti i pezzi del primo periodo: evidentemente le cose meno riuscite venivano modificate o accantonate. Premettendo che non ho mai scritto un testo per i CCCP, e quindi parliamo solo di musica, probabilmente sono più legato a quelle canzoni in cui il mio apporto compositivo è stato più rilevante o quasi esclusivo. Il giro di basso di “CCCP” è nato anni prima dei CCCP, così come il riff di “Noia”. “Trafitto” nasce da una cosa che avevo composto con la chitarra acustica quasi di nascosto, lontano dal mondo Punk. La prima versione di “E' vero”, pubblicata solo su Live in Pankow con nome di “UN”, non è mai stata eseguita dopo la mia uscita dal gruppo, che io sappia. L'assolo di Emilia Paranoica...

Qual è il più bel ricordo che hai con loro e quello più brutto?
Il ricordo più brutto probabilmente è un'aggressione da parte dei Punx del Virus dopo un concerto a Bergamo. Siamo riusciti a defilarci ma la mia macchina ne è uscita un po' malconcia. La violenza fisica mi fa orrore e chi la utilizza per cercare di far valere le proprie opinioni è una persona ben misera. Il più bello non saprei, o meglio non c'è n'è stato solo uno. Quella dei CCCP è stata una storia in continua evoluzione e ogni affermazione, ogni nuova canzone, ogni concerto ben riuscito, ogni bella recensione l'ho considerato e lo considero ancora il momento più bello!!! Era però una storia così totalizzante che mi estraniava troppo dal mondo.

Stai facendo qualche concerto in giro per l'Italia, come si svolge la tua performance? Il pubblico come reagisce?
Rimango sempre stupefatto dalle reazioni del pubblico, caloroso e commosso. Non l'avrei mai immaginato. Questa cosa di rifare i pezzi dei CCCP in acustico è nata un po' per caso, da una parte alcuni amici insistevano che suonassi qualcosa con la chitarra ad una presentazione del libro a Torino, dall'altra Zamboni, con il suo tour insieme alla Baraldi, ha come spezzato un tabù, quello che le canzoni dei CCCP le potesse cantare solo Ferretti. Una sera dello scorso febbraio ho preso la chitarra acustica (è il mio primo strumento, non ho mai smesso completamente di suonarla, magari facendo cose tipo James Taylor o Jim Croce) e ho provato per la prima volta a cantare canzoni come Trafitto, Io sto bene, Emilia Paranoica, Manifesto: l'esperimento sembrava funzionare! Per poter allargare il repertorio ho ingaggiato un giovane chitarrista di Asti, Francesco Casabianca, e così abbiamo provato anche Morire, Annarella, Militanz, Allarme. Però, solo dopo la prima performance ad Asti, all’inizio di giugno al Diavolo Rosso, ho avuto la conferma che funzionava. Ricordo ancora che sono stato male tutta la settimana prima dell'esibizione per paura di avere preso una cantonata! Adesso mi trovo nella situazione imbarazzante di dover rifiutare le proposte di suonare live perché con il lavoro e la famiglia non mi rimane molto tempo per la musica. Mi sembra incredibile!

Il 26 Novembre risuonerai ancora a Berlino, ci sei mai più andato? Quali ricordi hai di quei tempi vissuti nella capitale tedesca e cosa ti aspetti da questo concerto?
No, non ci sono più tornato. Berlino mi piaceva, ci siamo andati tre volte. Ricordo il calore del pubblico che ballava e si divertiva. Non so cosa aspettarmi da questo ritorno: è lì il bello ;-)

Cosa ti ha lasciato l'esperienza con i CCCP?
È dentro di me. Fa parte della mia identità. Per quasi trent'anni, e comunque fino a quando è durato il sodalizio Ferretti-Zamboni, ho voluto giocare la mia vita su strade diverse, in questo momento ci può stare anche un po' di revival! Una volta disprezzavo e non capivo il ritorno sulle scene di musicisti ormai invecchiati e decotti, ora ho capito che ci può anche stare, che può essere anche un gesto di rispetto per quelle persone che anno amato le cose che avevamo fatto e che si emozionano nel risentirle, fosse anche solo nostalgia. Io non provo nostalgia e non ho rimpianti perché ho vissuto la storia CCCP a fondo e intensamente fin quando ho potuto. Credo che lo riesca a capire anche chi mi viene a sentire. Le cose che erano mie ci sono ancora adesso e sono rimaste integre.

I prossimi live di Umberto Negri:
23 di Ottobre @ Vox , Nonantola
18 Novembre @ Caffè Liber , Torino
26 Novembre @ Madame Claude
, Berlino

 

 

 

"IO E I CCCP"
di Umberto Negri
(Shake edizioni)

Umberto Negri, primo bassista e coofondatore dei CCCP, dopo 25 anni di silenzio si fa vivo con questo interessante libro che racconta la splendida storia di come è nato uno dei migliori gruppi della wave italiana. La parte narrativa del libro, in cui Negri ci racconta curiosi aneddoti dell band, è arricchita da splendide foto scattate dall'autore durante concerti, registrazioni, viaggi e momenti della vita dei CCCP.
La qualità delle foto (la maggior parte in bianco e nero) dà un'impronta molto vintage al libro e crea nel lettore/osservatore una grande nostalgia verso un'epoca passata.
Un'opera che tutti gli amanti dei CCCP dovrebbero acquistare per assaporare e capire cos'era veramente la band di Reggio Emilia prima di avere successo e perdersi in mille altri progetti meno interessanti.
(Nikita)