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ERIKA POLIGNINO

 

Intervista by Gabrydark
Foto by Giancarlo Donatini

Nell’ambito del Fano Moonlight Festival vi sono reading, convegni ed anche presentazioni di libri di giovani scrittori : una delle organizzatrici della parte culturale del Festival è Erika Polignino, essa stessa scrittrice, che l’anno passato presentò il romanzo di esordio Nero fluorescente (Giraldi editore). Da allora numerose sono state le interviste da lei concesse, i reading promozionali al suo libro, che incuriosita dalle recensioni ho voluto leggere.
Nero fluorescente è il colore della rabbia di Viola , una ragazza che riesce a sentire solo attraverso delle protesi e si trova ad affrontare una realtà in cui le istituzioni sono assenti, il mondo del lavoro la tratta con diffidenza ed anche la famiglia non le dà alcuna sicurezza. Ella trova solidarietà nell’amicizia con Carmilla, una ragazza dark, che la introduce in una dimensione oscura, come oscure sono entrambe nella profondità dell’anima. Viola attraverso questa amicizia, che si sviluppa spesso in fasi alternanti di amore ed odio, trova la sua autonomia, la volontà di farcela da sola e la consapevolezza di essere cresciuta le mostra una strada nuova di un bianco naturalmente fluorescente, in cui tutte le vicende della sua giovane vita trovano la giusta collocazione.
Il romanzo è sincero, realistico, ricco di spunti di riflessione e di esso ho occasione di parlare con la scrittrice, una persona estremamente gradevole e disponibile a raccontare anche se stessa.

 

Grazie di avermi dato la possibilità di conoscerti. Viola in "Nero fluorescente" è una ragazza determinata, così come sei tu. Come ti sei avvicinata alla scrittura e perchè hai scritto questo romanzo?
Come tutte le ragazzine ho iniziato a scrivere per dare voce alle mie emozioni. Crescendo ho approfondito la lettura di classici, quindi ho conosciuto i poeti decadenti come Baudelaire, che amo tuttora moltissimo. Mi sono accostata alla sua poesia ed anche a quella lugubre cimiteriale perché lo ritenevo un modo per sfogarmi: mi sentivo oscura internamente e quella poesia sembrava allora riflettere le mie sensazioni. Poi dopo la scuola ho cercato di approfondire anche la scrittura, attraverso essa davo voce alle mie ansie. Quando ho affrontato il mondo del lavoro e ho cominciato a confrontarmi con una realtà non facile come la disoccupazione, che ho vissuto per molto tempo, scrivevo io stessa poesie “nere”. Lo scrivere era per me una terapia, uno sfogo per trascinare all’esterno i miei demoni ed esorcizzarli. Viola frequenta il mondo goth , anch’io ne sono affascinata, ma non lo considero l’unico modo per esprimermi . Anzi non mi piace essere catalogata, desidero spaziare, mi piacciono tante cose ed anche decisamente diverse.

Hai parlato di disoccupazione, che è uno dei problemi odierni forse in una società che non offre molte opportunità. Per esempio tu scrittrice agli esordi hai trovato difficoltà a pubblicare il tuo libro?
Sì ho avuto molte difficoltà. Ma con la pubblicazione queste non sono diminuite, infatti le case editrici piccole non sono in grado di sostenere un autore, lo abbandonano a se stesso. Io ho dovuto promuovermi da sola: organizzare reading, accordarmi per le date, trovare le location adatte. Però non nego che ci sono anche le soddisfazioni: soprattutto quella di essere in grado di affrontare ogni ostacolo e risolvere i problemi, anche vendere il libro e sapere che tutto ciò lo si è realizzato da soli.

Nel tuo romanzo, che si sviluppa quasi come un diario, usi un linguaggio diretto, colloquiale, spesso crudo, come i giovani d’oggi. Lo hai fatto intenzionalmente per indirizzare il libro a loro?
Il periodo in cui lo scrissi era per me irto di difficoltà in senso generale . Mi ponevo molte domande e soprattutto per quale ragione avessi studiato. Ero piena di rabbia ed il linguaggio che ho utilizzato mi sembrava il più consono a far capire ai lettori quello che c’era dietro questa rabbia impotente. Essendo il mio primo romanzo l’ho scritto anche istintivamente, per me era importante l’impatto che suscitava . Non ho mai pensato d’indirizzarlo ad una precisa fascia di lettori. Quando scrivo lo faccio più che altro con il pensiero di comunicare qualcosa a chiunque voglia capire. Ora ho finito il secondo romanzo, sto già scrivendo il terzo e penso che siano completamente diversi dal primo. Il secondo è tutta un’altra cosa: un po’ goth, questo l’ho scritto quando ho vissuto amicizie un po’ forti… parla di amicizia, di morte e di moda gotica, ma non in senso estetico, un nuovo modo invece di vedere lo stile gotico. Non ti dico altro, dovrai leggerlo per capire cosa intendo. E ti posso dire che è un romanzo più maturo più consapevole, più meditato.

(Ridendo nell’invitarmi a leggerlo quando sarà in circolazione chiude qui le anticipazioni sui suoi prossimi lavori e si passa ad altro argomento, ndr)


Mi piace conoscerti come persona e visto che siamo ad un Festival e fai parte dell’organizzazione, ti chiedo ovviamente quanto la musica sia importante nella tua vita.
In realtà sono nell’organizzazione del Moonlight per ciò che riguarda la parte culturale; ho selezionato personalmente due autori che ho presentato proprio oggi pomeriggio ( n.d.a. 9 luglio). Il pubblico è apparso soddisfatto: non ci siamo limitati alla presentazione, ma questa è stata corredata di foto, di video . Lo scopo comunque è quello di presentare nuovi autori, magari esordienti, che abbiano pubblicato sul genere noir, goth, thriller. Io mi occupo del romanzo, però vi sono anche libri sulla musica.

Sei una persona molto attiva mi sembra di capire, come fai a conciliare tutto ciò?
Riesco con fatica, ma mi stimola la passione per tutto quello che faccio: lavoro di giorno in un’azienda di abbigliamento, la sera seguivo un corso come stilista per fortuna ora concluso. Facevo, e faccio reading, ho scritto il secondo romanzo; leggevo i testi da selezionare per il Fano Moonlight festival Ora sono più tranquilla, mi concentrerò solo sul terzo romanzo e sulla diffusione del secondo. Ma prima mi hai chiesto della musica: mi piace ascoltare cose diverse: goth ,electro, synth pop. Ascolto la musica che mi emoziona, che ha dei testi significativi. E a seconda del momento o più allegra o più malinconica. Non disdegno per esempio anche Madonna!

E del cinema che mi puoi dire , Nero fluorescente inizia proprio con la descrizione di un film con Anna Magnani, ne deduco che per te sia un interesse fondamentale.
Sì mi piace il cinema: amo i film impegnativi di registi italiani , come “La sconosciuta “ che ho visto recentemente e che mi è piaciuto moltissimo, perché parla della donna, dei problemi delle migranti, che vengono sfruttate. Ovviamente sono attratta da attrici come la Mezzogiorno o la Buy, interpreti molto brave ed espressive, come la Magnani, non belle in senso classico, ma comunque dotate di un fascino particolare più intimo, più profondo.

Tu metti molto in primo piano anche nel romanzo la figura della donna , i ragazzi sono abbastanza defilati e non li tratti molto bene risultano superficiali, immaturi , spesso poco sensibili.
Da adolescente avevo un rapporto molto forte con le amiche: era la forza femminile, la solidarietà con esse che mi serviva per difendermi dalla realtà: Viola e Carmilla sono due adolescenti molto unite anche negli screzi. Pure nel secondo romanzo c’è un rapporto di amicizia fra due ragazze, molto intenso, ma è più adulto, razionale, studiato. negli adolescenti è decisamente animalesco, istintivo.

E l’amore passa in secondo piano allora?
L’amicizia per me è tutto: basilare, fondamentale. Un rapporto di coppia è totalmente diverso; secondo la mia opinione non ci può essere paragone fra le due situazioni. Nella coppia comunque ci deve essere complicità e condivisione, se piacciono le stesse cose, ma non si deve rinunciare ai propri amici nel caso che ad uno dei due non piacciano.

Nel tuo romanzo c’era anche un messaggio molto forte sia su come si deve affrontare la vita, sia una critica nei confronti delle istituzioni, che privando le persone dei loro elementari diritti spesso le costringono a cercare strade non proprio legali per sopravvivere. E’ una cosa vergognosa. che mi dici in proposito?
Gli episodi di cui ho parlato sono realmente accaduti, non a me, ma in base alle esperienze di altre persone. Ho voluto scrivere di proposito questa parte con l’obiettivo di far aprire gli occhi a chi si trova in necessità ed è un invito ad informarsi su tutto perché le istituzioni sono carenti su queste cose e quando ci penso ecco che il nero dell’assenza, diviene fluorescente per come vanno le cose!

Cara Erika ora è giusto che io ti lasci libera ma permettimi un ‘ultima domanda, forse un po’ banale: hai dei sogni nel cassetto?
Diffondere i miei libri . Il mio desiderio più grande è che non siano settoriali, ma che trasmettano un messaggio a più persone possibili anche se le tematiche sono un po’ oscure.

Grazie della tua disponibilità, te lo auguro di cuore ed ora ti saluto, aspettandoti al varco per il prossimo romanzo!
Ciao a presto allora!

Sito web: www.myspace.com/erikapolignino

NERO FLUORESCENTE
di Erika Polignino

(Giraldi Editore)

Erika Polignino debutta con questo libro semiautobiografico. Viola, la protagonista, è una giovane dark che vive a Milano. Qui a causa della sua semisordità si trova ad affrontare i problemi dell'adolescenza in modo diverso dai suoi coetanei. La prima delusione d'amore e la difficoltà a trovare lavoro a causa della sua sordità portano Viola a trovare nella droga l'unica via per la sopravvivenza. Così inizia la sua nuova vita da spacciatrice, unica via, a parer suo, per vivere nell'agio e senza problemi. Il romanzo si muove intorno alla speranza di Viola di poter migliorare la propria vita vincendo la lotta contro le sue avversità nel modo più semplice possibile, ma decisamente discutibile. Ho trovato “Nero fluorescente” un libro scritto piacevole che si legge tutto d'un fiato.
(Nikita)