ROSA SELVAGGIA OBSCURE FEST 2009
                      @ Bloom, Mezzago (MI), 5 Gennaio 2009
                      
                    testo 
                      e foto by Violetta
                    
                    
                      
                      Circa un anno fa, il 5 gennaio 2009, si è tenuto al Bloom 
                      di Mezzago il secondo Rosa Selvaggia Festival. Il primo 
                      era stato organizzato nel 2002 all’Ideal di Magenta (rimandiamo 
                      al vecchio report pubblicato sul sito http://www.rosaselvaggia.com/obscure%20festival.htm.)
                      Il Rosa Selvaggia Festival nasce dall’idea di celebrare 
                      il mondo dark attraverso tutte le sue espressioni artistiche. 
                      
                      Essendo una grande festa non ha una cadenza regolare in 
                      quanto si riesce ad organizzare solo quando ci sono le condizioni 
                      ottimali (locale, artisti, ecc) per la riuscita di un bell’evento. 
                      In questo caso il connubio artistico su cui si è retto il 
                      festival è quello tra arti visive e musica, infatti oltre 
                      ai live di Vidi Aquam e La Mamoynia si è dato spazio a due 
                      mostre: “Claustrofilia” di Anita Silva e “Black Wood” di 
                      Giuseppe Agosti. 
                      La prima mostra, “Claustrofilia”, è stata allestita sulle 
                      scale del cinema. Le grandi tele di Anita Silva accompagnano 
                      il visitatore gradino dopo gradino in un viaggio enigmatico 
                      tra donne tormentate da sofferenze inconsce dipinte con 
                      grande passione. Anita Silva definisce così la sua espressione 
                      artistica “La mia pittura, o meglio la mia Terapia Pittorica, 
                      permette ai miei fantasmi di uscire e restare imprigionati 
                      per sempre nella staticità delle mie tele, dove chiunque 
                      potrà osservarli loro malgrado e capirli o non capirli, 
                      o esorcizzarli, o deriderli, o riconoscerli come propri 
                      e tentare di sconfiggerli….. Lo scopo della mia pittura 
                      è esorcizzare il dolore rendendolo nostro amico".
                      “Black Wood” invece è stata allestita sulle pareti del bar 
                      e si tratta di una serie di xilografie di medie dimensioni 
                      realizzate con grande maestria da Giuseppe Agosti. 
                      L’artista ha scelto di esporre una serie di ritratti dedicati 
                      a volti noti della scena darkwave. I ritratti di Blixa Bargel, 
                      Nick Cave, Peter Murphy e Sopor Aeternus insieme ad altri 
                      ci osservano dall’alto delle rosse pareti del bar che fanno 
                      risaltare ancor di più la “graficità” delle opere. Le sue 
                      xilografie richiamano molto i tratti tipici dell’espressionismo 
                      tedesco. 
                      
                    
                    Inizialmente 
                      non volevamo fare una recensione dell’evento in quanto organizzato 
                      da noi, ma poi ripensandoci bene siamo giunti alla conclusione 
                      che ci spiaceva non rendere partecipi tutti del successo 
                      che ha avuto l’evento. Quindi, ecco qui di seguito un vero 
                      e proprio diario che speriamo possa emozionare anche chi 
                      non c’era. Dopo una settimana di previsioni meteorologiche 
                      infauste che prevedevano grandi nevicate in Lombardia arriviamo 
                      finalmente al grande giorno terrorizzati dal fatto che le 
                      intemperie potessero bloccare il pubblico. Finalmente si 
                      parte da casa e con un po’ di difficoltà, a causa del ghiaccio, 
                      riusciamo finalmente ad arrivare al Bloom in tempo per fare 
                      il sound check. Vidi Aquam e La Mamoynia stasera si divideranno 
                      il palco. Tutto procede per il meglio anche grazie alla 
                      competenza del fonico del Bloom. Finito il sound check allestiamo 
                      la mostra Black Wood e ci sediamo tutti insieme a cena. 
                      Intanto fuori inizia a nevicare. 
                      Le ore passano chiacchierando piacevolmente. Ormai tra le 
                      due band si è creata una grande intesa. Iniziano ad arrivare 
                      i primi amici e alle 22,30 la sala è già piena di gente. 
                      Ore 22,30 il Rosa Selvaggia Festival ha inizio, il locale 
                      è pieno, i La Mamoynia salgono sul palco e fuori 
                      la neve continua cadere. Il live della band bresciana inizia 
                      davanti ad un pubblico eterogeneo ma molto attento e partecipe 
                      diversamente da quanto avviene solitamente ai concerti dark 
                      in cui gli spettatori fanno solo una presenza distratta 
                      e annoiata. La performance dei La Mamoynia è molto professionale 
                      e i tre bresciani danno il meglio di sé. Ottima elettronica 
                      old school con chiari richiami ai primi Nitzer Ebb e DAF. 
                      Dimitris (il frontman) rigoroso ed elegantissimo declama 
                      i testi in inglese e greco in modo molto incisivo accompagnato 
                      dalla potenza del suono vigoroso di Omal (alla sua ultima 
                      apparizione con la band) e dalla grande creatività di Beppe 
                      che si cimenta con lamiere e altri ammeniccoli e con l’affidabilissimo 
                      basso. Oltre ad alcune cover e ai vecchi brani, la band 
                      propone anche le canzoni del nuovo album. I La Mamoynia 
                      tra gli applausi finiscono il loro live. Il pubblico (all'incirca 
                      250 presenze) ormai invade tutto le sale del Bloom gustandosi 
                      i buoni prodotti del bar e visitando attentamente le due 
                      mostre. Anita Silva e Giuseppe Agosti rimangono a disposizione 
                      degli avventori che incuriositi chhiedono delucidazioni 
                      sulle opere esposte. Continua a nevicare ma il pubblico 
                      ormai è arrivato e non ha nessuna intenzione di abbandonare 
                      il Bloom. 
                      
                    
                       
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                    Arriva 
                      la mezzanotte e le note di un intro grottesco e misterioso 
                      richiama l’attenzione del pubblico annunciando l’inizio 
                      del live dei Vidi Aquam. Dopo tre anni di silenzio 
                      la band torna decisamente rinnovata. Dopo la dipartita di 
                      Serena (la cantante) Nikita torna a cantare, questa volta 
                      con grande rigore e passione accompagnato dai fidi Daniele 
                      Viola alla chitarra e Fabio Degiorgi al basso. Questo rinnovamento 
                      ha giovato molto anche alle sonorità della band che, abbandonato 
                      l’ethereal, si spinge ora verso un post punk molto energico. 
                      L’impatto con il pubblico è subito notevole. La band, avvolta 
                      da luci giallo rossastre molto forti, non si risparmia per 
                      nulla dando prova di una performance decisamente potente. 
                      Il frontman ha una voce malatissima e penetrante esaltata 
                      da un basso dal suono possente ed energico e da una chitarra 
                      suonata con grande maestria. Il trio è ben amalgamato e 
                      finalmente ha raggiunto un’alchimia senza eguali. I brani 
                      si susseguono senza tregua e vengono degnamente recepiti 
                      da un pubblico molto attento. Oltre a vecchie canzoni come 
                      “Silence” e “Stone Mask” completamente riarrangiate in una 
                      veste sonora che ne valorizza ancora di più l’intensità, 
                      i Vidi Aquam ci propongono i brani del nuovo album (in uscita 
                      nel 2010). Ormai è l’una e anche i Vidi Aquam finiscono 
                      la loro performance tra gli applausi. Si aprono così le 
                      danze con alla consolle dj Nikita. Il pubblico, ancora soddisfatto 
                      dai due live set, non abbandona il Bloom ma si scatena sulle 
                      note di un’ottima selezione musicale. Nota dopo nota arrivano 
                      le tre e il secondo Rosa Selvaggia Fest giunge alla conclusione 
                      tra il dispiacere del pubblico che avrebbe voluto rimanere 
                      a danzare fino a mattina inoltrata. 
                      Recuperati strumenti e attrezzature ci si avvia verso casa 
                      pienamente soddisfatti dalla riuscita della serata. Appena 
                      usciti dal locale ci rendiamo conto di quanto abbia nevicato, 
                      le strade sono innevate e il paesaggio avvolto nel silenzio 
                      ha acquistato tinte perlaceee. Si prende la macchina e pian 
                      pianino si torna a casa nella speranza di poter organizzare 
                      una nuova edizione di questo evento. Grazie a tutti coloro 
                      che hanno partecipato! 
                      Grazie a tutti coloro che hanno partecipato!