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PIERPAOLO DE IULIS

 

Lo starordinario DVD "Crollo Nervoso" ideato da Pierpaolo De Iulis, che ha portato alla riscoperta della straordinaria scena wave italiana degli anni '80, ha avuto riscontro tra vendite e presentazioni in vari clubs alternativi italiani (tra cui una serata di Rosa Selvaggia del 30 Aprile scorso). Non ci resta che intervistare l'autore per scoprire meglio i retroscena del suo fantastico lavoro.

Intervista by Anialf

Ciao Pierpaolo, ci diamo del tu così facciamo prima, ok? A parte i complimenti per il tuo straordinario lavoro, come hai iniziato a pensare al progetto “Crollo Nervoso”?
Grazie per i complimenti! Ok, Il progetto “Crollo Nervoso” nasce dopo aver collaborato con il regista Angelo Rastelli per “Mamma Dammi la Benza” (documentario dedicato alla prima ondata punk in Italia) e “Mellotron” (dedicato al rock progressivo degli anni ’70). Maturate quest’esperienze, ho iniziato a pensare soggetti da realizzare in prima persona. “Crollo Nervoso” era la logica prosecuzione del lavoro svolto nell’ambito sopracitato. Avendo poi vissuto in prima persona gli anni ’80 e avendo amato la new wave italiana, raccogliendone maniacalmente cassette e dischi, fare un documenatrio che parlasse dei miei eroi adolescenziali era quasi doveroso!!!

Immagino che l’apporto di Federico Guglielmi sia stato fondamentale anche per la scelta degli argomenti da trattare, giusto? E a proposito di questo, con quale criterio avete scelto gli artisti ed i personaggi di ‘quel periodo’?
Il lavoro è stato sviluppato –per i contenuti, la raccolta di materiale, i contatti per le interviste ecc..- esclusivamente da me. E’ stato un lavoro che mi ha impegnato attivamente un anno intero! Federico è stato coinvolto solo successivamente in qualità di ‘narratore’. Una figura assolutamente fondamentale per ricostruire con chiarezza e puntualità il fenomeno in oggetto. Oltre a questo apporto, il suo contributo è stato anche utilissimo per risolvere alcuni momenti d’empasse, dovuti a richieste d’intervista che stavano languendo nel mare dei ‘rimandi’ (vedi l’intervista a Piero Pelu’) ....

Una cosa che mi ha lasciato meravigliato è la qualità del lavoro, in generale ma soprattutto per il ripescaggio di clip e filmati che mai avrei pensato si potessero recuperare, considerando che provengono da un’epoca non-digitale: come hai fatto a trovarli e soprattutto a renderli praticamente perfetti visivamente e acusticamente?
Il lavoro di ricerca è stato enorme, io e Simone Di Giannantonio (montatore/cineoperatore) abbiamo girato in lungo e in largo l’Italia per realizzare le interviste e raccogliere il materiale filmato direttamente dai protagonisti. Il lavoro di pulizia, messa a sincrono e restauro è stata tutta opera sua. Un lavoro certosino, di cui ancora adesso ricordiamo i momenti più critici, ma anche divertenti!

A parte il restauro di cui parlavo sopra, quali sono stati i momenti più critici della realizzazione di ‘Crollo Nervoso’?
Beh...un pericolosissimo ‘testa coda’ con la macchina all’altezza di Modena è stato il momento più critico!!!Ci recavamo ad intervistare Massimo Zamboni dei CCCP, ce la siamo vista davvero brutta....

Veniamo adesso a Te direttamente: come nasci artisticamente? Hai fatto qualche studio particolare? Le Tue esperienze passate antecedenti ‘Crollo Nervoso’? E fra di esse, quelle che Ti hanno coinvolto mentalmente o fisicamente di più?
Per quanto riguarda la regia, occupazione che ora sta diventando sempre più centrale nella mia vita professionale, sono completamente autodidatta. Vivendo a Roma ed avendo moltissimi amici che lavorano nell’ambito, mi è stato abbastanza naturale. Per il resto, mi sono sempre occupato di produzioni discografiche e collezionismo di vinile, pur avendo due lauree e un master post universitario.

Dopo ‘Crollo Nervoso’, cosa dobbiamo aspettarci da Pierpaolo De Iulis? Altri volumi della serie, o qualcosa di diverso, magari non in ambito strettamente musicale?
Essendo appassionato di punk, garage, post punk, new wave ecc.. e mi piacerebbe continuare a lavorare documentando con passione tutti questi ambiti, magari collaborando con produzioni internazionali. Al momento, stiamo concludendo un doc sul hardcore italiano anni ’80 e uno sulle ‘posse’ anni ’90. Tra pochi giorni sarà sul mercato, sempre per i tipi di Spittle Records, ‘Italo Disco:the sound of spaghetti dance’, un lavoro dedicato alla produzione dance italiana anni ’80. Per il resto, come RaveUp Multimedia, stiamo facendo qualche marchetta per Sky...cose comiche, che non credo interessino il pubblico qui presente!

Come sei entrato in contatto con la Spittle records? Ti sei trovato bene con loro?
Lavoro con Simone Fringuelli (Spittle records) da 15 anni! Il nostro è un rapporto quotidiano, visto che come Good Fellas, distribuiscono i dischi della mia etichetta discografica, la Rave Up records (www.raveuprecords.com) che ha stampato oltre 150 lp’s in vinile dedicati al punk rock dei primi anni (76-81).

Ultimamente proprio la Spittle, ma anche altre etichette (soprattutto francesi) stanno riscoprendo gli anni di cui Ti sei occupato in ‘Crollo Nervoso’, con rimasterizzazioni e riedizioni varie; e addirittura stiamo assistendo alla reunion di alcune di quelle band: come mai pensi che ci sia questa esigenza? E’ solo per una scarsità di fantasia dell’attuale scena musicale, o ci sono altri motivi, che non siano la pura e semplice ‘nostalgia che va di moda’, tipo quella degli anni ottanta?
Oggettivamente, la creatività di quel periodo è stata incredibile, avendone vissuto per qualche anno l’energia posso ricordare come ogni mese esistesse l’esigenza di ascoltare l’ultima band uscita, considerando quella ascoltata sino a quel momento come ‘passata’, ‘superata’.... è difficile da spiegare, ma l’idea della ‘novita’’ era quasi ossessionante. Nel gruppo dei miei amici era un continuo confrontarsi su I’m So Hollow, Minimal Compact, Wall of Voodoo, Modern English, Mission of Burma ecc...gruppi dei quali leggevamo recensioni su Rockerilla o sulle fanzine che acquistavamo per corrispondenza (Rockgarage, Free, VM, Snowdonia ecc...).
L’epoca tra il 1976 e il 1984 è stata irripetibile. Questa è oramai storia!

Vista la crisi generale dell’industria discografica, per le colpe di cui non sto a ripetermi ancora, Voi avete realizzato un progetto multimediale forse ambizioso, ma sicuramente originale: è stato apprezzato dal pubblico come meritava, e parlo da un punto di vista meramente commerciale (perchè, intendiamoci, noi ‘dark’ possiamo anche essere sognatori e un po’ svagati, ma i soldi sono soldi, non credo minimamente a chi dice << ah no, io guardo solo all’arte, i soldi sono volgari >>, perchè non si rispetta il denaro che, purtroppo, serve per vivere. In altre parole, il box sta vendendo bene?
Il box sta andando benone, specie se rapportiamo il suo impatto all’interno di un mercato oramai alla ‘canna del gas’....ad oggi siamo sulle 1600 copie vendute! Non credo siano poche per un prodotto di questo tipo, volutamente di ‘nicchia’ e assolutamente lontano da una narrazione con contenuti di ‘facile’ consumo.

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intervista pubblicata: 6 Dicembre 2010