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LADY MORPHIA

VERSIONE ITALIANA

ENGLISH VERSION

Intervista by Lynda Stevens

traduzione in italiano by Anialf

C’è voluto del tempo prima che Lady Morphia potessero dare un seguito al loro primo lavoro, Recitals to Renewal, ma ora all’inizio dell’anno abbiamo finalmente avuto il loro nuovo rilascio, Essence and Infinity. Ripartendo laddove il precedente cd si era concluso, con un distinto stile alla Death in June con maggior arrangiamenti vocali e più sperimentazione, ho posto alcune domande al frontman Nick Nedzinsky.

Potresti dirci il perché della distanza di pubblicazione fra il primo album e l’ultimo? Che cosa è successo nel frattempo?Credo che la distanza di sette anni fra Recitals to Renewal e la pubblicazione del nostro nuovo disco sia stata percepita come molto lunga dalla maggioranza delle persone. Tuttavia, dal mio punto di vista, il tempo è semplicemente volato via, e nel frattempo siamo stati sicuramente impegnati. Ci sono molte ragioni sul perché c’è voluto così tanto tempo per completare Essence and Infinity. Personalmente, il periodo dall’inizio del 2002 fino all’autunno del 2006 è stato impiegato per documentare e scrivere una tesi di laurea, fra le altre cose. Inutile dire che questi lavori hanno richiesto molto del mio tempo, e come tale sono stato forzato a mettere nel cassetto il lavoro musicale fino a che non avessi terminato i miei impegni. Da parte sua, Chris ha preso l’abilitazione ad ingegnere del suono. Oltre a tutto questo, c’era la questione che non eravamo soddisfatti di parte del materiale che avevamo originariamente registrato su nastro; questo ci ha portato alla reincisione di tre brani, a cominciare dalle basi. A quel punto l’etichetta Eis und Licht, che originariamente voleva pubblicare alcuni dei nostri brani come 10” EP, perse la pazienza, cosa comprensibile visto che i nostri progressi procedevano a passo di lumaca. Tuttavia, sono certo al 100% che tutto questo lavoro è stato fatto per dare il meglio: Essence and Infinity poteva essere senza dubbio un miglior album per questa label. Inoltre, non è che siamo realmente rimasti in completo silenzio in questi anni: i nostri contributi a diverse compilation e la mia stretta collaborazione con Werkraum ha tenuto il nome dei Lady Morphia vivo nella coscienza del pubblico.

Quanto si può considerare il nuovo album una continuazione del precedente? Chi ha collaborato con voi nella stesura dei brani?
Il nuovo album è evidentemente la continuazione del suo predecessore per molti versi. Naturalmente, mio fratello ed io restiamo il nucleo del progetto, e questo offre l’immediato ovvio punto di continuità. Inoltre, Emily Woodall, che ci aiutò nel nostro album di debutto, è stata gentile a partecipare a due brani di Essence and Infinity col suo considerevole talento vocale. Detto ciò, sono dell’opinione di aver fatto tutto nel nuovo album tranne che ripeterci; al contrario, abbiamo continuato secondo il nostro proprio individuale percorso. Abbiamo sviluppato ulteriormente i nostri lavori, migliorando le capacità ed il livello compositivo: in breve, siamo cresciuti. Secondo la mia opinione, le diversità di stili contenuti nell’album, che nondimeno sono abbinati ad un preciso spirito, concetto ed atmosfera, lo dimostrano adeguatamente. Non abbiamo permesso a noi stessi di essere forzati da qualsiasi aspettativa presumibile, all’interno di una particolare area musicale. Ogni cosa è concessa, e mantenerla in altro modo avrebbe significato tagliarne gli aspetti artistici. Laddove ciò può essere vero, altri legami con Recitals to Renewal esistono. Parlando di tematiche, gli impulsi metafisici e culturali attivi dietro la musica ed i testi sono centrali, così come dovevano essere. Ciò continua ad essere avvertito dai miei propri pensieri, sentimenti e convinzioni, così come particolari idee e personalità che si verificano occupandomi nel momento del lavoro di preparazione dei brani. Ciò non deve sorprendere se si considera che Lady Morphia fu fondato come un forum all’interno del quale potevo liberamente esprimere me stesso; certamente come un’estensione del mio essere nella forma più pura. La cosa deve essere perciò vista in primo luogo nel suo contesto individuale; nonostante questo, non sarebbe corretto supporre che non esista in Lady Morphia qualcosa in più della semplice catarsi o auto-indulgenza. Mi sono via via convinto che noi stiamo in qualche modo ‘incanalando’ quegli stessi impulsi metasifici-culturali o forse persino spirituali. Ciò può essere come il fronte di un risultato delle mie predilizioni personali, ma le esigenze che tali impulsi mi richiedono sono altrettanto cruciali delle esigenze che io richiedo a loro.

C’è una certa quantità di vocalizzi in tedesco nel background dei brani. E’ la stessa persona che compariva negli sfondi vocali del Vostro precedente album?
In breve, no! Con qualche eccezione, come ad esempio il cantato Wagneriano o miei testi recitati in Widerstand, tutti gli spoken-word inseriti nella registrazione dei brani sono o estratti dai lavori di Oswald Spengler, o frammenti tratti da discussioni su di lui e la sua filosofia. Le teorie di Spengler sul fiorire e la decadenza delle culture secondo i princìpi organici, senza dimenticare la distinzione da lui tracciata fra ‘cultura’ e ‘civilizzazione’ come due fasi di un singolo processo storico, hanno la massima importanza in Essence and Infinity, sebbene è giusto notare che il cd non è né una critica né un omaggio a tali teorie. Al contrario, pone idee e figure retoriche al nostro servizio.

Qual è stata la reazione alla pubblicazione del nuovo album? MySpace è stato un aiuto concreto per voi?
Il riscontro della stampa nei paesi di lingua inglese, soprattutto un Gran Bretagna, è stata in genere cautamente positiva ma varia. Corretti nella forma, gli inglesi sembrano in forte difficoltà nel capire qualcosa che non sia incasellabile in tanti piccoli buchi, ed il confine-rottura dei suoni contenuti nell’album sembrano quindi aver smosso le acque. La reazione dalla Germania, sull’altro lato, è stata eccellente; in molti casi molto lontana da ciò che mi sarei potuto immaginare. Mi ha fatto soprattutto piacere notare che queste lodi non sono arrivate solamente dalla comunità giornalistica specializzata, ma anche da pubblicazioni che, per esempio, hanno come tema principale e fondamentale l’ heavy metal. Alcune persone di questo ambiente hanno completamente capito le mie intenzioni che volevo esprimere con il cd, ed è bello essere stati in grado di raggiungere nuovi lettori di ampie vedute.

Non sono sicuro di quanto effettivamente MySpace ci abbia aiutato. Non c’è dubbio che quest’invenzione abbia consentito alle band sconosciute l’opportunità di presentare selezioni di brani del proprio repertorio ad un pubblico mondiale. Malgrado ciò, dubito che Myspace aiuti realmente i suoi gruppi a compiere un concreto passo in avanti, fatto salvo in alcuni casi. Oggi sembra quasi che qualsiasi idiota possa aprire un profilo in MySpace, raggiungere un vasto numero di cosiddetti “amici”, ed atteggiarsi a rock-star. Naturalmente, questo tipo di comportamento non significa necessariamente che un gruppo sia realmente baciato dal successo che si aspetta: in questo, Myspace si propone come un sito perfetto per presuntuosi e fantasisti. Inoltre, la misura del successo nel mondo virtuale di Mr. Murdoch non garantisce una corrispondente serie di successi nel mondo reale. Ad ogni modo, non riesco a vedere un’autentica correlazione fra il movimento che uno suppone di smuovere nello “Shangri-La” di MySpace e i dati di vendita reali o cose simili. Come analisi finale, il successo commerciale di una band ruota attorno a tutto questo: un musicista col quale sono amico mi disse un giorno che se ogni suo “amico” di MySpace avesse comprato uno dei suoi cd, sarebbe stato in grado di vivere della sola sua musica! Secondo me, se qualcuno desiderasse raggiungere il più alto numero e vastità di persone, ciò richiederebbe ancora una decente infrastruttura di distribuzione, pubblicità promozionali, supporto finanziario ecc.; sfortunatamente, non penso che questi aspetti siano cambiati molto nel nostro settore. Nel livello più elementare, MySpace effettivamente rappresenta poco più della continuazione del carattere particolare del fai-da-te, cosa che ha caratterizzato lo scenario musicale underground sin dalla nascita del punk. E’ un’utile strumento, né più ne meno. Le vendite del nostro album in apparenza sono lente, ma sicuramente con una spinta nella giusta direzione sarebbero molto superiori; al fine di facilitate ciò, comunque, richiederemmo sempre il supporto di una ben prefissata label, piuttosto che un sito tipo Myspace.

Pensi che potresti nel futuro dedicarti maggiormente alla carriera musicale?
Non c’è bisogno di dire che mi piacerebbe dedicare la maggior parte del mio tempo nel creare musica. Infatti, alla luce del numero di ore al giorno che attualmente utilizzo per i Lady Morphia, e tutto ciò che questo implica, chiunque potrebbe credere che questo sia già il mio lavoro full time. Senza alcun dubbio intendo dedicare quante più energie possibili per la mia musica, proprio come ho sempre fatto. Tutte le volte che creiamo un nuovo album, do tutto me stesso, anima e corpo. Parlando in termini di denaro, tuttavia, il lavoro a tempo pieno di musicista sarebbe possibile solo se ci fosse del sufficiente guadagno dalla propria ossessione (musicale) al fine di supportare se stessi: triste ma vero. Forse un giorno tutto questo sarà realizzabile? Lo spero, sarebbe proprio un sogno che diverrebbe realtà!

http://www.myspace.com/ladymorphia

ENGLISH VERSION

Interview by Lynda Stevens

It has been a while snce Lady Morphia have made any kind of a follow-up to their first Dark Folk album, Reciticals to Renewal, but that changed at the beginning of this year with their newest release, Essence and Infinity. Starting out where the old one left off, with a distinctly DIJ style only aith richer vocals and more experimentation throughout the album, I put my questions to frontman Nick Nedzinsky.

Perhaps you can tell us why there has been such a gap between this one and the last one? What have you been up to in the meantime?
I suppose that the gap of nigh-on seven years between Recitals to Renewal and the release of our latest disc is quite a lengthy one by most people’s standards. However, from my perspective the time has simply flown by, and we have certainly kept ourselves busy in the interim. There are various reasons as to why it took us so long to complete Essence and Infinity. For me personally, the period from the beginning of 2002 until the Autumn of 2006 was taken up with research and writing for a PhD thesis, amongst other things. Needless to say, these tasks made increasing demands upon my time, and as such I was forced to place music on the back-burner somewhat until most of my work was done. For his part, Chris obtained a qualification in sound engineering. Added to these activities was the fact that we were not happy with some of the material that we had originally laid down to tape. This resulted in three songs being re-recorded, effectively from the ground up. At around that point Eis und Licht Tonträger, who originally wanted to issue some of these songs as a limited 10” EP, lost patience with us, which was understandable given the snail-like pace of our progress. Nevertheless, I am 100% certain that all these developments were for the best. Essence and Infinity is undoubtedly a better work for them. Furthermore, it is not as if we fell completely silent over the course of the past few years. Our contributions to various compilations and my close collaboration with Werkraum appear to have kept the name Lady Morphia alive in the public consciousness.

How much is it a continuation to your last CD? Who corroborated with you on the music?
The newest album is evidently a continuation of its predecessor to some extent. Naturally, my brother and I remain the nucleus of the project, and this provides the most immediately obvious point of continuity. Moreover, Emily Woodall, who helped us on our debut full-length offering, was kind enough to bless two songs on Essence and Infinity with her considerable vocal talents. That said, I am of the opinion that we have done anything but repeat ourselves on our recently unleashed opus. Instead, we have continued along our own idiosyncratic path. We have developed further, improving our performances and our compositional skills. In short, we have become more ourselves. To my mind, the diversity of styles contained on the LP, which are nonetheless bound together by an all-encompassing spirit, concept and atmosphere, duly attests to this. We have not allowed ourselves to be constrained by any expectations of what allegedly is and is not acceptable within a particular musical arena. Everything is permissible, and to maintain otherwise would prove artistically crippling. Whilst this may be true, other links with Recitals to Renewal do exist. In a thematic sense, the metaphysical and cultural impulses at work behind the music and texts are as central as they ever were. These continue to be informed by my own thoughts, feelings and beliefs, as well as by particular ideas and personalities which happen to occupy me at the point of the work’s conception. This is not surprising when one considers that Lady Morphia was founded as a forum within which I could freely express myself; indeed, as an extension of myself in its purest form. Like myself, it must therefore be seen primarily in its individual context. Despite this, it would be incorrect to assume that there is nothing more to Lady Morphia than catharsis or self-indulgence. I have become increasingly convinced that we are somehow ‘channelling’ those self-same cultural-metaphysical or perhaps even spiritual impulses. These may come to the fore as a result of my personal predilections, but the demands that they make of me are as crucial as those that I make of them.

There are a good deal of German vocals in the background. Is the same speaker as the one that featured on the voiceover on your last CD?
In short, no! With a few exceptions, such as the Wagnerian singers or my spoken verse in Widerstand, all of the German language recitations that are woven into the fabric of the recording are either excerpts from the works of Oswald Spengler or snippets taken from discussions about him and his philosophy. Spengler’s theory of the bloom and decay of cultures according to organic principles, not to mention the distinction that he draws between ‘culture’ and ‘civilisation’ as two stages of a single historical process, are of the utmost importance to Essence and Infinity, although it should be noted that the CD is neither critique nor homage. Instead, it places elements of Spengler’s ideas and imagery in its own service.

What has been the response to your new CD so far? Has MySpace been a real help to you?
The response of the press in the English-speaking countries, especially in Britain, has generally been guardedly positive but mixed. True to form, the Brits seem hard-pushed to deal with anything that they are unable to slot into a neat little pigeon-hole, and the boundary-breaking nature of the sounds contained on the album thus appears to have ruffled a few feathers. The reaction from Germany, on the other hand, has been overwhelmingly excellent; in many cases far better than I could have possibly imagined. I am especially pleased to note that such praise has come not only from the usual suspects within the journalistic fraternity, but also from publications that, for example, concentrate first and foremost on heavy metal. A couple of people from that sphere have totally understood my intentions with the album, and it is great to be able to reach new, open-minded listeners.

I am not sure to what extent Myspace has aided us. There is no question that this invention has granted lesser-known acts the opportunity to present selections from their repertoire to a worldwide audience. In spite of this, I doubt whether Myspace really helps combos of this ilk to achieve a wider breakthrough, save for a handful of cases. Nowadays it almost appears as if any idiot can set-up a Myspace profile, collect a vast number of so-called ‘friends’, and play-act at being a rock-star. Obviously, this sort of behaviour does not necessarily mean that a group is truly as successful as they make themselves out to be. In this respect, Myspace is suggests itself as a perfect home for braggarts and fantasists. Furthermore, a measure of success in Mr. Murdoch’s virtual world does not guarantee a corresponding row of victories in the real world. In any case, I cannot see a genuine correlation between the ripples that one supposedly causes in the Shangri-La of Myspace and sales figures or similar things. In the final analysis, the commercial success of a band revolves around precisely that. A musician with whom I have a friendly relationship once told me that if every one of his Myspace ‘friends’ purchased one of his CDs, he would be able to live from his music. In my estimation, if one wishes to reach the greatest number and spread of people, one still requires a decent infrastructure of distribution, advertising campaigns, financial support and so on. Unfortunately, I don’t think that matters have changed all that much in this department. At the most basic level, Myspace actually represents little more than a continuation of the do-it-yourself ethos, which has characterised the musical underground since the birth of punk. It is a useful tool; nothing more, but also nothing less. Sales of our album are apparently progressing slowly but surely, although with a shove in the right direction they could probably go a lot further. In order to facilitate that, though, we would surely require the backing of a well-appointed label, rather than a Myspace site.

Do you think you may be dedicating yourself to more of a musical career in the future?
It goes without saying that I would love to devote the majority of my time to making music. In fact, in light of the number of hours per day that I currently spend attending to Lady Morphia and all that it entails, one could be forgiven for believing that it is already my full-time job. I definitely intend to dedicate as much of my energies as possible to my art, just as I have always done. Whenever we make a record, I give myself to it body and soul. Monetarily speaking, however, the pursuit of a full-time musical career is only possible if one makes enough filthy lucre from one’s obsession in order to support oneself. Sad but true. Maybe one day that will be feasible for us? I hope so, for it would be akin to a dream come true!

 

http://www.myspace.com/ladymorphia